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Luca Avallone in “Hannah”, con Charlotte Rampling
06 Set 2017 07:02

In concorso quest’anno alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ci sarà “Hannah”, il film diretto da Andrea Pallaoro in una coproduzione Italia-Belgio-Francia  con una strepitosa Charlotte Rampling. La pellicola cinematografica racconta di una donna che non riesce ad accettare la realtà. Rimasta sola dopo l’arresto del marito, Hannah inizia a non essere più la stessa.  Il film indaga infatti sul confine delicato tra l’identità del singolo, le relazioni umane e le pressioni sociali. A questo progetto cinematografico ha partecipato anche il giovane Luca Avallone che Resto al Sud ha già avuto il piacere di conoscere.

Al Festival del Cinema di Venezia verrà presentato “Hannah” di Andrea Pallaoro. Com’è stato far parte di questo film?

Ho avuto un piccolo ruolo, ma sono molto grato ad Andrea per l’opportunità datami, perché far parte di un film diretto da lui è stato un grande onore. Ho avuto modo di vedere la sua opera prima, “Medeas”, e ho subito capito che è un regista che ha molto da trasmettere. Il suo è un cinema che racconta l’interiorità dei personaggi, senza però giudicarli. Lascia che sia lo spettatore a trarre le sue conclusioni.

Il film è incentrato sulla vita di Hannah. Di lei cosa puoi dirci?

Hannah è una donna che a seguito dell’arresto del marito si trova sola e dopo vari conflitti interiori inizia lentamente a crollare. Il regista vuole raccontare la sua solitudine, le sue paure, le sue insicurezze, indagando il confine tra la propria identità, i rapporti umani e le pressioni della società. 

Una donna e il suo dramma. Oggi come viene vista questa figura femminile?

La donna ha molti ostacoli da superare, è molto più soggetta a giudizi esterni e la pressione sociale a cui è sottoposta, secondo me, è maggiore rispetto a quella di un uomo. Vero è che questo non le fa arrendere, anzi lottano con più grinta e determinazione per quello in cui credono.

Per te cosa rappresenta la donna?

Sono sempre stato circondato da donne forti, determinate, ma anche sensibili e piene d’amore. La donna per me rappresenta allo stesso tempo la linfa vitale e il motore che la muove.

Reciti al fianco di una grandissima attrice, qual è Charlotte Rampling. Emozioni? Cos’hai imparato?

E’ stato un piacere indescrivibile conoscerla e recitare con lei. All’inizio ho provato una sensazione di disagio, come se fossi fuori luogo, fuori contesto, ma subito dopo lei è riuscita a farmi sentire a mio agio. Ho imparato che i grandi attori si vedono sia dentro sia fuori dal set.

Cosa ti piacerebbe errivasse del film?

Del film mi piacerebbe arrivasse il pensiero del personaggio Hannah, i sui conflitti interiori, il suo respiro.

I tuoi prossimi progetti?

In questo biennio ho avuto la possibilità finalmente di lavorare in ambito cinematografico, cosa a cui tenevo particolarmente.

Prossimamente nelle sale uscirà il film “Un fiore perEnne”, diretto da Tonino Abballe, dove interpreto il protagonista della storia. Il film è ambientato principalmente a Castel di Tora, una location così bella che potrebbe essere considerata quasi come un personaggio vero e proprio. Inoltre a giugno ho concluso le riprese del film “Le grida del silenzio”, diretto da Alessandra Carlesi, anche questo presto in uscita. Si tratta di un thriller psicologico che indaga in profondità l’interiorità dei personaggi e i loro conflitti. Infine, settembre mi vedrà impegnato sul set del giovane regista Sebastian Maulucci con un progetto cinematografico.


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