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Bioeconomia, il Sud in pole position: “Le biomasse un vantaggio”
13 Nov 2017 11:21

“La  presenza di biomasse può rappresentare un vantaggio competitivo per il Sud in queste fasi di avvio della bioeconomia“. E’ la convinzione targata Svimez, lì’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno.  Si è ormai consolidata, infatti, da parte dell’Unione Europea, una visione della traiettoria di sviluppo sostenibile che può essere raggiunta promuovendo contestualmente l’innovazione tecnologica, la competitività dei mercati, e l’inclusione dei molteplici soggetti coinvolti. Se rilevante a livello europeo, questa strategia lo è ancora di più a livello nazionale ed in particolare per il Mezzogiorno.

La rilevanza del settore agricolo delle regioni meridionali si riflette anche sull’industria
alimentare dove le regioni del Sud spiccano in termini soprattutto di incidenza del valore aggiunto
del settore alimentare sul totale manifatturiero. L’elevata vocazione agricola di queste regioni si
accompagna a una rilevanza significativa delle fasi di trasformazione a valle (anche a causa della
scarsità di tessuto economico in altri settori).

Il valore aggiunto generato nel Mezzogiorno del settore dell’alimentare, delle bevande e del tabacco è stato pari a 5,3 miliardi, circa un quinto del valore complessivamente prodotto da questo territorio. Non va sottovalutata la presenza di competenze ed esperienze imprenditoriali in alcuni settori altamente innovativi della chimica bio-based, dove negli ultimi anni sta emergendo la necessità di riconversione di alcuni vecchi impianti industriali. Ciò costituisce un fattore chiave importante per uno sviluppo ulteriore di questo modello economico sul territorio.

“Affinché le regioni meridionali traggano veri benefici nel medio-lungo periodo – ribadiscono da Svimez – , i vantaggi competitivi devono progressivamente traslare dai settori tradizionali a quelli più innovativi e con più alto valore aggiunto. In assenza di un’azione mirata al raggiungimento di tale obiettivo, il Sud rischia di restare invischiato in una trappola di bassa produttività, trasformando un’opportunità in una ennesima sconfitta.

Per scongiurare tale esito, sono fondamentali interventi di policy che vadano nella direzione indicata proprio dalla Commissione Europea e cioè che stimolino i settori  maggiormente innovativi della bioeconomia, promuovendo politiche di market uptake per i nuovi prodotti bio-based e favorendo meccanismi inclusivi di sviluppo che possano generare valore
diffuso sul territorio.


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