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A Foggia occorre una sezione della direzione distrettuale antimafia e un procuratore della Repubblica specializzato nella lotta alla criminalita’ organizzata
31 Lug 2017 12:21

L’ultimo episodio del potere e dell’arroganza della mafia pugliese è il recente episodio accaduto a Nello Trocchia. Il giornalista con il suo cameraman era a Vieste per fare un servizio sull’omicidio di Omar Trotta, ucciso a colpi di armi da fuoco davanti alla sua rosticceria. Si tratta con ogni probabilità un’esecuzione maturata in ambienti mafiosi. Oltre l’efferatezza dell’omicidio (in pieno giorno e davanti ai turisti), il dato che spaventa, e non poco, è che si tratta dell’undicesimo omicidio di mafia dall’inizio del 2017 nel foggiano. Dati superiori alla Sicilia e alla Calabria se rapportati dalla densità geografica della Capitanata.

Su questo dato preoccupante occorre fare una riflessione profonda. Per lottare efficacemente la criminalità organizzata foggiana occorre, con la massima urgenza, una sezione della Direzione Distrettuale Antimafia e un procuratore della repubblica specializzato nella lotta al crimine organizzato. Oltre alla specializzazione dei magistrati requirenti ritengo che sia necessario perfezionare anche la magistratura giudicante sui delitti di mafia. Con molta probabilità anche a Foggia si può fare un salto di qualità, grazie al lavoro di una DDA e delle forze di polizia sapientemente guidate. A oggi, il posto da procuratore capo di Foggia è vacante: l’ormai ex capo, Leonardo Leone De Castris, è stato nominato procuratore di Lecce al posto di Cataldo Motta.

Ci vorranno mesi per conoscere il nome del sostituto in Capitanata. Nel frattempo l’ufficio è retto dall’aggiunto Francesca Romana Pirrelli. Per i procedimenti contro i clan mafiosi, il tema della “specializzazione” è decisivo. Occuparsi d’indagini e di processi di mafia richiede grande esperienza e capacità nell’individuare il metodo mafioso che oggi è in continua evoluzione e coinvolge soprattutto crimini dei colletti bianchi e corruzione.  Il percorso di specializzazione è difficile e lungo ma se mai si comincia mai si arriverà.

Si tratta, naturalmente, di un cammino che riguarda innanzitutto forze dell’ordine e magistratura. Dobbiamo comprendere, e in fretta, che le mafie cambiano rapidamente evolvendosi e di conseguenza noi dobbiamo mantenere il passo. Purtroppo il lavoro non termina qui. Occorre che anche i cittadini foggiani facciano la loro parte e che la pubblica amministrazione sia sana. Le nuove mafie, compresa quella foggiana, s’infiltrano nell’economia (c’è anche il controllo sociale) e la risposta dello Stato è ancora troppo lenta rispetto a tali cambiamenti della criminalità organizzata. Nel foggiano la mafia è talmente forte che è difficile non pensare che abbia sostegno di enti locali, di un solido muro di omertà e di alleanze ad alti livelli della politica e dell’economia.  Qui se si vuole combattere realmente la quarta mafia d’Italia, serve una magistratura specializzata nella lotta alla criminalità organizzata.


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