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“Io, figlio di Fanfani, finito nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta”
16 Mag 2014 07:55

È assurdo, sono finito nelle carte dell’inchiesta di Reggio Calabria per una sola telefonata fatta in assoluta buona fede a Chiara Rizzo. Se mi fossi chiamato Giorgio Rossi, nessuno sarebbe venuto a cercarmi. La verità è questa. Sono nell’inchiesta solo per il cognome pesante che porto, non ho dubbi”. Lo afferma, in un’intervista a Repubblica, il figlio di Amintore Fanfani, Giorgio, che ha subito la perquisizione dell’abitazione in quanto ”soggetto di interesse investigativo”.

Amedeo Matacena non lo conosco, e i miei contatti con Scajola sono pari a zero. Tant’è che non mi risulta essere indagato, né ho ricevuto avvisi di garanzia”, dice Fanfani. Quanto alla moglie di Matacena, ”la conosco da diversi anni, per questioni di lavoro. Lei mi chiamò dopo la condanna definitiva del marito nel 2013. Le serviva – racconta – un avvocato, e siccome io ne conoscevo uno che poteva seguire il suo caso, glielo consigliai. E questo sarebbe favorire una latitanza? È incredibile”.


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