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Le sigarette elettroniche aiutato a smettere. Lo dice l’Università di Catania
26 Giu 2013 08:20

La sigaretta elettronica aiuta a smettere: emerge da uno studio dell’Università di Catania (denominato ECLAT), pubblicato sulla rivista americana Public Library of Sciences.

Lo studio ha investigato per 12 mesi la riduzione e la cessazione del consumo di sigarette di tabacco su 300 fumatori non intenzionati a spegnere le bionde. L’8,7% ha abbandonato il tabacco e tra questi nel giro di un anno tre quarti hanno potuto fare a meno anche della e-cig.

“I dati di ECLAT parlano chiaro. Le sigarette elettroniche possono aiutare a ridurre il consumo di sigarette tradizionali e a smettere di fumare senza effetti collaterali” ha affermato Riccardo Polosa – Direttore del CPCT (Centro di Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania), e responsabile scientifico LIAF (Lega Italiana AntiFumo), che ha ideato e diretto la conduzione dello studio. Lo studio, che sarà pubblicato il 24 Giugno sulla rivista scientifica PLOS ONE, mostra che l’8,7% dei fumatori (non intenzionati a smettere) che utilizzavano la sigaretta elettronica smetteva di fumare, mentre il 10.3% riduceva il consumo di sigarette tradizionali di almeno il 50%.

Inoltre, il 73,1% di chi ha smesso, non risultava utilizzare nemmeno la sigaretta elettronica a fine studio.

Considerando che i partecipanti a ECLAT erano fumatori non intenzionati a smettere, e che il modello di sigaretta elettronica studiato era di vecchia generazione, i risultati ottenuti sono eccezionali – afferma Riccardo Polosa, coordinatore dello studio e ordinario di medicina interna all’Università di Catania -. Questi risultati vanno associati a un’importante riduzione del rischio e dei sintomi legati alla dipendenza tabagica”.

Disturbi da astinenza da fumo di tabacco sono stati riportati raramente. Non sono stati registrati cambiamenti di peso sostanziali, variazioni del battito cardiaco o della pressione sanguigna sistolica e distolica. Non sono stati registrati eventi avversi gravi, come ad esempio depressione, comportamento anormale o qualunque evento richiedente una visita dal medico di famiglia o dallo specialista se non già prevista.


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