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SALERNO: La Salernitana e il “Vuoto”
28 Feb 2018 08:31

La classifica attuale della squadra granata rappresenta la risultanza di una storia sportiva complessa e a tratti incomprensibile e del susseguirsi di scelte societarie e gestionali spesso in controtendenza e sorprendenti.

Tutto inizia nella sessione estiva di mercato della stagione in corso. Sulla scia di un buon campionato della squadra granata, che aveva portato in dote un play-off svanito all’ultima giornata, e con alcuni giocatori importanti, elementi indispensabili da cui ripartire, la società granata sceglieva di cedere i “pezzi pregiati” e non confermare o cercare la riconferma di alcuni giocatori di spessore come Donnarumma e Coda (due tra i bomber più forti in cadetteria) per risanare il bilancio e fondare un nuovo progetto tecnico all’insegna della continuità rappresentata dalla riconferma del tecnico Bollini.

Venendo incontro all’esigenze tattiche del tecnico il ds Fabiani, operava una sorta di rivoluzione con l’innesto di giovani promettenti e giocatori già di categoria: arrivavano infatti giocatori come Alex, Ashmah, Gatto, Rodriguez, Kinye ed altri. Di fatto per la prima volta, nei tre anni di gestione Lotito e Mezzaroma, viene data l’impressione dell’esistenza di un serio progetto tecnico finalizzato non solo a una salvezza tranquilla, con l’intento di migliorare anche la classifica dello scorso anno, ma volto soprattutto a porre le basi per un progetto ambizioso.

Già in partenza il tecnico Bollini veniva sin da subito sfiduciato, in modo continuo, per essersi macchiato della pecca di aver sottolineato l’eccessiva acerbità del progetto, a suo dire mancante di alcune pedine essenziali per svoltare in termini di risultati: troppe scommesse in organico e alcune mancanze. Nonostante ciò, il rendimento della squadra si è dimostrato essere in linea con le aspettative e la squadra granata ha navigato in posizioni di classifica dignitose, con punte in alta classifica, che ridestavano entusiasmo e speranza per un campionato da play-off.

Tuttavia non bastano classifica e una serie positiva di ben dodici risultati utili consecutivi: secondo la società la squadra è da play-off,  l’obiettivo resta quello e quindi, in linea con le legittime ambizioni della piazza veniva esonerato Bollini (dopo un pareggio)  e sostituito da un tecnico importante per dare una svolta in positivo al campionato: Colantuono. Un contratto e dunque un progetto ambizioso con lo scopo di competere per la serie A, in due anni. L’operazione viene conclusa poche giornate prima del mercato in modo da colmare le lacune presenti in organico (poche vista l’abbondanza di scelte già presenti in organico) per puntare al massimo nella stagione in corso. Tuttavia l’intero entourage tecnico rappresentato dal D.S.Fabiani e dal tecnico viene preso in contropiede dall’ennesima scelta politica della società finalizzata al bilancio: si dichiarava che per acquistare bisognava prima cedere anche per consentire una gestione più fruttuosa al tecnico Colantuono. In poche parole: risparmio. Sulla base di queste scelte vengono ceduti oltre sette elementi, senza escludere quei giocatori che avevano fatto discretamente bene e che si erano mostrati utili alla causa: vanno via, incomprensibilmente, anche giocatori come Rodriguez, Gatto e Alex.

In contemporanea scoppiava il caso Bernardini: al forte centrale veniva negato un rinnovo contrattuale al rialzo e scivolava fuori rosa. Si aggiungevano gravi infortuni ai giocatori che ricoprivano ruoli chiave (visti i tempi di cura). Il risultato era una squadra che non solo non colmava le sue mancanze d’organico (non bastano i tre innesti dal mercato perché la squadra rimaneva senza una punta fisica e affidabile per la categoria) ma anzi s’indeboliva perdendo numericamente oltre sette elementi utili. Ad acuire la problematica gestione tecnica, di un tecnico navigato come Colantuono, inoltre, il deteriorare definitivo del rapporto tra la proprietà romana e la tifoseria di Salerno: Il Presidente si gettava a capofitto su vicende che nulla hanno a che vedere con la Salernitana (elezioni Figc, elezioni politiche, Lazio, ecco.) scivolando spesso in strafalcioni dialettici durante la sua “campagna elettorale Campana” che minavano alla base il fondamento del rapporto con Salerno, lasciando sola e abbandonata al suo destino la squadra che nel frattempo precipita in classifica.

Ora il problema di fondo attuale è proprio “il Vuoto”: il vuoto lasciato dall’assenza crescente dei proprietari (sempre meno presenti in termini fisici e gestionali), il vuoto lasciato dal rapporto logoro tra la società e tifoseria, il vuoto lasciato dalle caselle mancanti in organico dopo la sessione invernale di calcio mercato e dalla gestione di un settore giovanile che in sette anni non ha prodotto un solo giocatore utile alla prima squadra, il vuoto in termini di stimoli presenti nei giocatori passati dalla prospettiva di un obiettivo di disputa dei play-off alla lotta per evitare i play-out. Ma il vuoto che più fa “rumore” è il vuoto lasciato dai tifosi della Salernitana sugli spalti: esasperati dalle continue sofferenze di questi ultimi anni di B e soprattutto dall’essere prigionieri di una norma federale, quella sulle multiproprietà, che toglie loro l’essenza del calcio, quella di sognare in grande.

Proprio per questo “Vuoto” sarà dura per la Salernitana raggiungere l’obiettivo minimo della salvezza diretta, anche se rimangono intatte le possibilità se guardiamo ai punti in palio e all’equilibrio delle forze in gioco: ma sarà la squadra in grado di adeguarsi alla nuova realtà sportiva? La società riuscirà a mantenere calma la piazza in attesa dello sbloccarsi della questione multiproprietà (per dimostrare finalmente e con decisione il suo enorme potenziale sportivo) al contempo assicurando un campionato tranquillo? Anche questa sarà un’impresa perché i bilanci si tengono a bada, e sotto controllo, ma la passione e i sogni della gente no.


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