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De Luca: “Anch’io resto al Sud. Da qui può rinascere l’Italia”
27 Gen 2014 06:59

È uno dei sindaci più apprezzati d’Italia. Salerno ha cambiato volto sotto la sua guida e il 26 maggio 2011 i cittadini lo hanno rieletto per la quarta volta con il 74,42% dei consensi. Un vero e proprio plebiscito. Vincenzo De Luca è un politico che dice quello che pensa e che fa quello che ritiene giusto, prendendosi sulle spalle le responsabilità delle sue scelte. Lo chiamano il “sindaco sceriffo”, perché con il suo “decisionismo” ha spiazzato spesso sia gli avversari di centro destra che i suoi alleati di centro sinistra. Ma forse è riduttivo inquadrare De Luca nei tradizionali “steccati” in cui si riconoscono le varie correnti politiche. “Non sarò un uomo di partito, ma un uomo delle istituzioni e di un programma di rinnovamento. Non mi bastano le etichette di partito”, dichiarò nel 2010, alla vigilia delle elezioni regionali in Campania. Era il candidato presidente del centro sinistra. Si fermò al 43,04%, ma a Salerno fu votato dal 72,5% dei cittadini e in provincia raggiunse il 54% delle preferenze. Dal 2 maggio 2013 è sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. E la recente decisione del Tribunale civile di Salerno sulla incompatibilità tra le cariche di sindaco e sottosegretario non lo ha distratto dal suo obiettivo di continuare a portare avanti quello che ha definito “un programma di rinnovamento” delle Istituzioni e del Paese attraverso “uomini e donne per bene, di centro, di sinistra e di destra”. La richiesta di appello ha bloccato l’operatività della decisione del Tribunale di Salerno. Questione di tempo e scioglierà il nodo del suo futuro politico. Nel frattempo, Vincenzo De Luca concentra parte dei suoi sforzi anche sulla valorizzazione del territorio attraverso la cultura. Un settore che considera determinante per lo sviluppo dell’area di Salerno e dell’intero Paese. Un settore che potrebbe vedere il Sud Italia protagonista. A tal proposito, il Comune di Salerno ha stretto una forte sinergia con la Fondazione Salerno Contemporanea, presieduta da Antonio Bottiglieri, e con il sottosegretario De Luca abbiamo parlato proprio di questa realtà, ma anche di cultura e di Sud.

La Fondazione Salerno Contemporanea ha ormai un ruolo consolidato nel panorama delle realtà italiane che offrono e producono cultura. Quali sono gli obiettivi che intendete realizzare nei prossimi mesi?

Viviamo una fase di profonda crisi economica ma non solo. La crisi è ancora più profonda in Italia dove non si riesce a rispondere alle grandi domande strategiche per assicurare al nostro paese quel ruolo di protagonista sulla scena mondiale che ha avuto in altre epoche come ad esempio il Rinascimento ma anche, per diversi aspetti, nel secondo Dopoguerra. Il sistema Italia continua ad eludere le indispensabili risposte su investimenti infrastrutturali, energia e reti di distribuzione, sburocratizzazione normativa e regolamentare, giustizia e rapporto cittadino-impresa/pubblica amministrazione, trasformazione urbana e sicurezza, qualità della vita. In questi ambiti la cultura diventa il terreno, il contesto, il contenuto nel quale si gioca una partita decisiva per il futuro della nostra nazione e delle nuove generazioni. Il ruolo della Fondazione Salerno Contemporanea dovrà esser quello di catalizzare, sostenere, mettere in rete fermenti d’originale creatività che nei vari ambiti possano diventare un modello virtuoso. E’ necessario ricreare una trama di rapporti civili e culturali che possa esser uno stimolo perenne al cambiamento di una situazione intellettuale troppo impaludata tra pigrizie e rendite di posizione. Energie nuove, protagonisti, linguaggi originali: per questo lavoriamo con la Fondazione Salerno Contemporanea”.

Quale rapporto, secondo lei, c’è tra innovazione e cultura?

Non esiste cultura vera senza innovazione, non esiste vera innovazione senza cultura. Il binomio è essenziale affinché si possano generare le energie e le idee per il cambiamento. In questa prospettiva l’esperienza realizzata a Salerno è a particolarmente virtuosa ed esemplare. Accanto al grande programma di trasformazione urbana e valorizzazione delle risorse ambientali, turistiche, storiche, artigianali ed enogastronomiche del territorio abbiamo posto in esser un importante programma di crescita culturale sia con la riapertura di teatri ormai chiusi da tempo sia con l’apertura di nuovi spazi come il Teatro delle Arti ed il recentissimo Teatro Ghirelli. Nella nostra comunità contiamo decine di spettacoli e teatri che offrono una programmazione variegata nella quale trovano spazio i grandi capolavori della lirica e della prosa, il teatro tradizionale campano e italiano, il teatro sperimentale. Abbiamo creato con la cultura posti di lavoro e permesso a centinaia di artisti e operatori dei servizi dello spettacolo di valorizzare e metter a frutto il proprio talento. Proprio di recente, a coronare questo impegno culturale, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha inserito il Teatro Municipale Giuseppe Verdi nel ristretto e prestigioso novero dei teatri di tradizione.

Il Sud ha un patrimonio immenso di arte tradizioni e cultura che aspetta solo di essere promosso e valorizzato a dovere. A maggio dello scorso anno è nato il progetto Resto al Sud. Con la nascita del magazine online restoalsud.it, un gruppo di blogger e professionisti ha creato una community per valorizzare questo patrimonio e contribuire al rilancio di questa terra. Cosa ne pensa del progetto?

Apprezzo molto questa iniziativa che è nata e si svolge, e ne ho verificato già il successo, proprio nella prospettiva di metter in rete idee e protagonisti. Senza il contributo del Sud non può rinascere l’Italia. Naturalmente bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco, di accettare la sfida della qualità, di non abbandonarsi alla lamentazione personale e collettiva. Sono convinto che il magazine on line contribuirà anche a una sana ecologia mediatica della Rete. Sono rimasto estremamente colpito dal pensiero di Papa Francesco che definisce Internet un dono di Dio se usato in modo responsabile. Se la rete aiuta a far crescere il senso civico e la democrazia partecipata è una risorsa straordinaria. Ma se viene utilizzata in modo irresponsabile diventa il luogo dell’odio, della mistificazione.

Ma la crescita del Paese e del Sud non possono prescindere da una politica mirata di sviluppo e di valorizzazione del territorio e delle eccellenze che lo compongono. Renzi ha lanciato anche questa sfida. Cosa ne pensa?

L’esperienza di Salerno ma anche di altre comunità del meridione d’Italia dimostra che quando ci si mette al lavoro con rigore, serietà, idee chiare, si possono ottenere grandi risultati. Penso ai primati che Salerno ottiene nella raccolta differenziata, nell’energia prodotta da fonti rinnovabili, nei posti disponibili negli asili nido. Bisogna esser rigorosi ma al tempo stesso condurre una battaglia per il riequilibrio nella distribuzione delle risorse disponibili, indispensabile per ridurre il gap logistico e infrastrutturale del meridione d’Italia.


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