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I #giovani del #Sud che non si arrendono alla #crisi
13 Feb 2016 08:45

DISOCCUPAZIONE IN SICILIA. Il tasso di occupazione in Sicilia, delle persone tra i 20 e i 64 anni (42,4%), è il più basso di tutte le regioni europee, persino rispetto alla Grecia. Lo si legge nell’Eurostat Regional Yearbook 2015 nel quale si sottolinea che in Italia c’è un divario di oltre trenta punti tra l’area con il tasso di occupazione più alto (Bolzano, al 76,1%) e la Sicilia. A trainare questo dato in negativo è la disoccupazione giovanile che nell’isola raggiunge picchi oltre il 40%.

Questa la dura realtà che, non solo si legge in un rapporto economico, ma la si vive giornalmente in un Sud per lungo tempo, troppo tempo, vilipeso e sfruttato da una classe dirigente politica spesso corrotta e legata agli interessi di potere.

Dopo una lunga crisi che ancora non  sembra finire, i giovani continuano ad essere la categoria più colpita. Ma oltre a quelli in cerca di lavoro un’altra categoria di giovani è finita per diventare protagonista di questa fase storica: i Neet. Stiamo parlando di quei ragazzi che non cercano lavoro e che non sono inseriti nel sistema scolastico. A causa della crisi, l’Italia è diventato il Paese con la percentuale più alta di Neet, ben oltre il 22%. Tre sono le regioni italiane che raggiungono il 30% dei Neet, tutte si trovano nel Mezzogiorno: Campania (30%); Calabria (32%) e Sicilia (33%). Numeri molto alti e più del doppio della media europea. La precarietà, l’insicurezza, la mobilità, il tramonto del posto fisso a tempo indeterminato, la mancanza di tutele, il basso livello retributivo: sono tutti attributi dei tanti lavori che sono specchio della globalizzazione e della crisi che ha colpito l’economia a livelli mondiali, determinando una grave forma di recessione ed un importante cambiamento socio economico.

I GIOVANI CHE NON SI ARRENDONO. La disoccupazione giovanile aumenta a dismisura, molti si trovano costretti ad emigrare all’estero, ma tanti giovani decidono di restare in Sicilia per crearsi un posto di lavoro, magari diventando imprenditori.

Sarà la voglia, anche in mancanza di certezze legate al lavoro dipendente, di rimboccarsi le maniche per costruirsi un futuro. Secondo il rapporto di Unioncamere il 31% delle 115 mila imprese nate nel primo trimestre del 2015 è un under 35. Dal Mezzogiorno arrivano segnali positivi: oltre 13mila le imprese nuove. Le imprese under 35 nate recentemente sono soprattutto imprese individuali (76%), mentre la forma della società di capitali è stata scelta nel 17% dei casi. Le società di persone sono appena il 5,6%. Per quanto riguarda i campi di attività, invece, i giovani sembrano preferire settori tradizionali quali il commercio, al dettaglio o all’ingrosso  e la ristorazione (5,1%). L’ambito in cui l’apporto delle nuove leve è più marcato è senza dubbio quello dei servizi finanziari (rappresentano il 2,5% dei neoiscritti under 35), dove quasi un’impresa su due è giovanile. Nell’elenco delle dieci attività più gettonate dai giovani figurano, inoltre, le coltivazioni agricole e i servizi alla persona. Tra i dati più significativi diffusi da Unioncamere sulla base di L’iniziativa dei giovani imprenditori italiani, però, si concentra particolarmente al Sud. La regione con il numero più alto di nuove iscrizioni è la Calabria, seguita da Campania e Sicilia.

INDAGINE SUD SICILIA. E’ un progetto fortemente voluto dall’On. Pippo Civati e dai comitati di Possibile (il nuovo soggetto politico del deputato di Monza) del Mezzogiorno per riscoprire la bellezza e l’audacia dei giovani che non si arrendono, dei giovani che, nonostante le più disparate avversità, il malaffare, il clientelismo e le insidie tese da una società che stenta a garantire loro diritti – e non concessioni – si adoperano, si mettono in campo, ci mettono la faccia e raggiungono i propri sogni. Ripartire dal Sud, da questo Sud bistrattato e dimenticato dalla politica nazionale (e non solo), portando con sé il vento forte della gioventù, della freschezza delle idee, della credibilità di progetti seri e virtuosi. E’ da questa indagine, avviata a settembre con il tour dell’On. Civati in Sicilia, che continua il percorso volto alla scoperta di quelle piccole medie realtà virtuose che diventano fondamentali per l’economia di un territorio come la Sicilia. Al centro di questa indagine ci sono loro, i giovani che con passione fanno dell’innovazione il loro valore aggiunto. Si tratta di realtà che ci rendono orgogliosi di appartenere al nostro “belpaese”, apprezzati sia all’estero ma anche e soprattutto in Italia. Spesso sono aziende giunte alla seconda o terza generazione, altre volte capita che l’età dei soci, sommate, non raggiungono i cinquanta.

Sono tante le storie di giovani imprenditori che, stimolati da idee e progetti vincenti, necessiterebbero davvero di sentire forte accanto a sé la presenza delle istituzioni e dei cittadini: una presenza ed un incentivo non solo economico ma anche e soprattutto sociale.

Tra le storie che abbiamo ascoltato, a seguito della nostra indagine, merita quella di Angelo Liali e Alessandro Muccio, due giovani amici poco più che ventennni, che nonostante le tante difficoltà, con un supporto di competenze, sono riusciti a trasformare la loro idea in un sistema produttivo unico, dimostrando una spiccata vocazione all’auto – imprenditorialità. La loro capacità di iniziativa, che successivamente ha coinvolto altri giovani del loro piccolo paese, è indice della vitalità di un territorio che non si arrende alla crisi, anzi reagisce in modo costruttivo, facendo impresa e dando così vita a nuove opportunità di sviluppo con la forza dello studio e della creatività, con la costanza e con il lavoro.

PASSIONE AGRICOLA. E’ il nome dell’azienda che Angelo e Alessandro hanno avviato non appena diventati maggiorenni. “Note di Zafferano”, è la loro parola chiave, oltre ad essere il loro marchio. “Lo scopo è la produzione di spezie e piante officinali di alta qualità, a cui affianca un lavoro costante di ricerca per far sì che la tradizione possa sposare l’innovazione nel rispetto della cultura gastronomica e del territorio di provenienza, ovvero i Monti Iblei, catena montuosa della Sicilia sud orientale, ai piedi della cima più alta Monte Lauro, dove si incontrano l’aria del vecchio vulcano spento con lo scirocco del mar mediterraneo”. Lo zafferano prodotto da Passione Agricola, distribuito dal marchio Note di Zafferano, è la loro punta di diamante. Una pianta da cui nasce un bel fiore il cui colore varia dal lilla chiaro al viola purpureo. All’interno della sua corolla si trovano, al termine di un filamento bianco, tre stimmi di colore rosso vivo, e proprio da questi ultimi si ricava lo zafferano.

I due giovani imprenditori di Giarratana, un paesino situato nei Monti Iblei in Provincia di Ragusa, sono legati da una profonda amicizia. “Con Angelo – dichiara Alessandro –  ci conosciamo fin da piccoli, Giarratana è un paese dove ragazzi di diverse età crescono tutti insieme e si instaurano rapporti di vera amicizia. Da subito il rapporto con Angelo si è fatto sempre più forte, tante cose ci legano, tra cui la passione e l’amore per la nostra terra. La coltivazione di diverse piante è stata la cosa che ci ha fatto appassionare sempre più”. Ma come è nata questa passione per la coltivazione di Zaffareno? “Un giorno passeggiando nelle nostre colline – ci racconta Angelo Liali – alla ricerca di piante spontanee autoctone siamo stati incuriositi da un piccolo fiore di colore violaceo. Da un approfondita ricerca abbiamo scoperto che si trattava dello zafferano selvatico che cresce spontaneo sul nostro territorio e da lì è iniziato il nostro percorso dove abbiamo voluto concentrare tutte le energie. Fin dall’inizio avevamo già le idee abbastanza chiare su quale potevano essere gli sviluppi futuri del progetto che avevamo intenzione di avviare, volevamo creare la nostra azienda e volevamo farlo a casa nostra”.

Angelo e Alessandro, che sono diventati imprenditori quando ancora andavano a scuola, già nel periodo di formazione si erano contraddistinti per spirito imprenditoriale e concretezza, abbinando gli studi alla tradizione e alla storia della loro terra per dar vita a prodotti unici come lo zafferano ibleo. Hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo delle ataviche inefficienze ed incurie meridionali e si sono buttati a capofitto in un’ esperienza unica, un’ esperienza che fa riacquistare ai due giovanissimi il contatto con i sapori, i colori e gli odori della loro terra. Con una eccellente coltivazione di zafferano, con vincenti strategie di vendita e con il semplice coraggio di chi crede ancora che il Sud non sia solo terra di Mafia e di conquista, ma possa trasformarsi in ricettacolo di idee, energie, passioni per uno sviluppo serio, preciso, concreto, per ridare speranza alla Sicilia e al Mezzogiorno e con essi all’Italia intera.

La coltivazione di zafferano, di cui i maggiori produttori al mondo sono la Persia e l’India, avviene senza sostanze chimiche, fertilizzanti e pesticidi che possono alterare le proprietà intrinseche del prodotto. La raccolta dei fiori, che avviene manualmente uno per uno, viene attuata nella più totale assenza di qualsiasi tipo di meccanizzazione. Successivamente si staccano i tre fili all’interno del fiore, un lavoro che va fatto con delicatezza per non rovinare i filamenti che sono esili e leggerissimi. Insomma, ci vuole tanta passione e determinazione per raggiungere ottimi risultati.

Attualmente i due giovanissimi esportano il loro prodotto in Italia, Svezia e Malta e si rivolgono ad una clientela di nicchia. Ultimamente hanno ricevuto richieste anche dall’Olanda, dall’Austria per la produzione di formaggi, dall’ Inghilterra e dal Ghana.

Il loro obiettivo è realizzare a Giarratana, ma anche in Provincia di Ragusa, una rete di aziende ispirata al modello Olandese che prevede collaborazione e cooperazione per diventare ancora più competitivi in tutto il territorio. A tal proposito, Angelo e Alessandro hanno già coinvolto più di 15 aziende nel territorio ibleo e sono diventati punto di riferimento di tantissimi giovani che per la prima volta decidono di affacciarsi al mondo del lavoro imprenditoriale.


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