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Lucarelli racconta il riscatto degli schiavi dei pomodori
22 Apr 2014 10:14

C’è la storia del camerunense Yvan Sagnet che lavorando nelle campagne del Sud d’Italia ha scoperto la violenza del caporalato, ma oggi si è laureato in ingegneria e si occupa dei diritti dei lavoratori stranieri. O la vicenda della nigeriana Isokè, sfuggita alla tratta della prostituzione e impegnata ad aiutare altre donne a liberarsi dalla schiavitù e dallo sfruttamento. O quella di Cosimo Rega, ergastolano che ha rifondato la sua vita grazie al teatro, fino a entrare nel cast del film Cesare deve morire dei fratelli Taviani, Orso d’oro al Festival di Berlino nel 2012.

Uomini e donne che hanno cambiato radicalmente la propria vita, percorsi di ribellioni e di riscatto, vicende individuali ma emblematiche: tutto questo è “La tredicesima ora”, il nuovo programma che da venerdì 25 aprile in seconda serata riporta Carlo Lucarelli su Rai3. “E’ un po’ un’evoluzione del racconto portato avanti negli ultimi tredici anni con Blu notte misteri italiani: questa volta – spiega lo scrittore – ci concentriamo su singole storie, che diventano lo spunto per aprire finestre su fenomeni sociali, storici, politici. Confrontarmi, come autore, con vicende personali, mi ha offerto la possibilità di metterci qualcosa in più della mia competenza di narratore: sono molto soddisfatto, penso che sia della cosa più bella che ho scritto per la tv”.

A Lucarelli, infatti, spetta il compito di fare da punto di raccordo e voce narrante: “Partiamo dal momento di svolta, quello in cui cambia tutto, e torniamo indietro di dodici ore: è un pretesto narrativo molto noir per raccontare cosa c’è dietro la vita delle persone”. L’ossatura centrale del programma, articolato in otto puntate, è l’intervista al protagonista o a una persona che gli è molto vicino. Si parte con Yvan Sagnet, arrivato dal Camerun in Italia nel 2007 per iscriversi a ingegneria al Politecnico di Torino. Per mantenersi svolge lavori occasionali fino a quando con la crisi crescente, nel 2011, non trova più niente. E allora si sposta in una masseria di Nardò, in Puglia, a raccogliere pomodori, e lì conosce la ferocia del caporalato. Ma Yvan sceglie di dire no alla violenza e allo sfruttamento, si ribella e organizza una protesta che porterà ad un grande sciopero di braccianti stranieri, sfruttati, per chiedere il riconoscimento dei loro diritti. Grazie a quello sciopero, all’interesse suscitato nella stampa, nelle istituzioni e nella magistratura si arriverà a una legge nazionale contro il caporalato.

“Racconteremo – sottolinea Lucarelli le dodici ore che portarono alla protesta: attraverso quei frammenti di vita apriremo uno squarcio sulle condizioni di vita dei braccianti, sui numeri impressionanti del fenomeno del caporalato. E così la storia di Isokè sarà lo spunto per uno spaccato sulla schiavitù sessuale, quella di una superstite della strage di Bologna del 1980 ci aiuterà a capire ansie e voglia di riscatto dei sopravvissuti. Tutte storie forti, che suscitano commozione o rabbia, ma soprattutto ci insegnano che se ci impegniamo, lo spazio per cambiare il mondo c’è”.

A fare da sfondo al programma, l’antico Magazzino del sale di Cervia: “Con le sue mura e la sua struttura bellissima ci permetterà di proiettare immagini e grafiche: sarà il vestito scenografico del racconto”, dice lo scrittore, che sta preparando il ritorno in libreria di uno dei suoi personaggi cult, il commissario De Luca.


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