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Quanto sono brutti gli italiani. Ecco i dati del Censis
26 Giu 2013 15:19

“Una volta la sfida era l’esame, oggi è la vincita al gioco. Stime attendibili affermano che non più del 20% degli italiani possiede le competenze minime per orientare e risolvere, attraverso l’uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita quotidiana. Questo svilimento del capitale si riflette nella crisi endemica di cinema e teatridalla crisi“.

Questo il quadro che emerge da ‘Fenomenologia della societa’ impersonale“, argomento di cui si è parlato ieri al Censis, a partire da un testo messo a punto in occasione dell’appuntamento annuale di riflessione di giugno ‘Un mese di sociale‘.

“Gli individui che compongono la società impersonale hanno un’identità volatile. Cercano – sottolinea lo studio – prove iniziatiche e sfide per affermare la propria identità, ma anziché affrontare esami universitari, affrontano avvincenti sfide con i videogiochi o il gioco online. Il 31% dei genitori italiani gioca quotidianamente con i videogiochi anche per più di due ore. E oltre il 30% degli adolescenti dichiara di conoscere ragazzi che giocano al poker online“.

In questo ambito, spiega inoltre il Censis, “il corpo racconta quello che la persona non ha” e quindi “l’identità delle persone poggia sempre più sull’aspetto estetico“. Anche per questa ragione “siamo terzi al mondo per numero di interventi di medicina e chirurgia estetica in rapporto alla popolazione.

Nel 2012 in Italia gli interventi di medicina estetica sono aumentati del 24,5%. Quanti non si accontentano di avvicinarsi a canoni di bellezza, spesso omologati dallo star system, ma vogliono trasmettere attraverso il loro corpo qualche tipo di messaggio che li identifichi, hanno a disposizione 900 centri per il tatuaggio (costo variabile da 40 a 2.000 euro l’uno). Ogni settimana aprono in Italia 4 nuovi centri specializzati in tatuaggi”.

A fonte di un reale aumento di estorsioniminacce, omicidi e tentati omicidi (da 462.000 a 588.000 in 6 anni), “crescono – evidenzia ancora il Censis – le paure collettive. Guidano la classifica quelle per il futuro dei figli e per la disoccupazioneaumenta di 10 punti percentuali quella di essere rapinati in casa. Su tutte svetta la paura del degrado ambientale e la distruzione dell’equilibrio naturale.

Per quanto riguarda i figli, si temono incontri pericolosi in rete (pedofili) e bullismo“. Ma non basta: infatti cresce il pessimismo sul futuro, “anche perché la gran parte degli italiani prevede un ulteriore slittamento etico: per il 55% aumenteranno le tangenti, come l’evasione fiscale (58,6%) e la pratica di accettare affari di dubbia committenza (59,8%)”.

Nel frattempo, registra lo studio, “i ritmi della vita sono sempre più caoticianche il turn over dei negozi si è fatto rapidissimo e agli stessi ritmi bruciano i nuovi movimenti politici”. Per questa ragione, conclude il Censis, “il 68% degli italiani pensa che tra 5-10 anni saremo fortemente condizionati dai ritmi accelerati. Intanto aumenta il consumo di psicofarmaci: +16,2% di antidepressivi in 6 anni”.


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