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Soru: “L’Italia non sa più fare impresa”
10 Mag 2013 06:34

Credo che la classe imprenditoriale italiana non sappia più fare impresa. Lo dimostra il fatto che nessuna delle principali novità di questo secolo, nel campo dell’informatica, parla italiano. Noi ci abbiamo provato con il motore Istella e con Stremago”.

Lo ha detto Renato Soru, fondatore di Tiscali, a margine della presentazione di una convenzione triennale sulla ricerca stipulata oggi con l’università di Pisa.

“Noi con Istella e Streamago abbiamo messo in campo un’idea – ha aggiunto – con la quale cercare di mettere a disposizione degli utenti il sapere italiano, ma negli ultimi vent’anni in Italia non si sono percorse strade alternative per creare occupazione e con le strade di una volta non si creano posti di lavoro. Occorre insegnare ai nostri giovani la capacità di fare impresa, anche imparando a gestire i rischi e gli insuccessi, piuttosto che concentrarsi su quelle che vengono definite valorizzazioni, che altro non sono che speculazioni immobiliari per fare cassa”. Infine, Soru ha sottolineato che “Istella e Streamago sono due progetti che servono a restituire un po’ del nostro sapere condividendolo con tutti e per cercare di stare al passo con il resto del mondo: in Italia c’é da parte dei giovani grande volontà di cambiamento, spetta alla generazione dei padri accompagnarli in questo percorso”.

In Italia non si produce nulla, siamo diventati solo consumatori, ma di consumo e basta non si vive”. Lo ha detto Renato Soru, fondatore di Tiscali, durante i Dialoghi dell’Espresso agli Open day della ricerca promossi dall’Università di Pisa.

È possibile produrre tecnologie – ha aggiunto – e non solo accompagnare persone in spiaggia e a vedere il lavoro di 500 anni fa. L’informatica è nata qui a Pisa e l’abbiamo vissuta da protagonisti, ma negli ultimi vent’anni sul web siamo diventati solo consumatori passivi, non siamo riusciti a costruire nulla.

Qualunque cosa facciamo dalla ricerca, alla socializzazione, alla condivisione di contenuti la facciamo con un nome straniero che non ha creato neppure un’ora di lavoro in Italia, che non ci riguarda e che ci vede solo come consumatori passivi. In Sardegna abbiamo il 50% dell’occupazione giovanile e nel resto d’Italia non va molto meglio, in pochi anni è più che raddoppiata, ma noi siamo totalmente assente dall’industria del momento, internet appunto. Il lavoro oggi nasce dall’innovazione, dalla ricerca, dalla capacità quasi ossessiva di sapere di più e restituire a tutti questo sapere. È quello che stiamo facendo con il portale Istella e credo che tutti adesso dobbiamo impegnarci per fare in modo che anche l’Italia sia protagonista in questa nuova industria“.

Foto da internet


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