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Un figlio è un dono di Dio che si accoglie, non “un piacere che nessuno può vedersi negato”
25 Feb 2016 08:45

«Avere un figlio non è un dovere, ma un piacere che nessuno può vedersi negato». Parola di Roberto Saviano.

Che dire? Da dove cominciare? Avere un figlio sarebbe un piacere? Anche se dovesse essere malato, depresso, tossicodipendente, ludopatico, schizofrenico, anoressico, autistico? Ne è proprio convinto l’autore di Gomorra?

L’uomo non è una chimera inventata a tavolino. Ogni figlio è cosa altra da te stesso. Non è tuo. Non è un piacere e per la verità non è nemmeno un dovere. Un figlio è un dono che si accoglie. Un dono di Dio o della natura non importa. Un dono che si accoglie con amore e per amore. È un essere umano unico e irripetibile che ha con te un rapporto originale ed esclusivo.

Essere veramente padre vuol dire rinunciare per sempre alla tentazione di volerlo possedere. Un neonato ha solo diritti e nessun dovere. Diritti che nessuno ha il diritto di negare. Il piacere di cui parla lo scrittore presto potrebbe diventare fatica, ansia, incomprensione. Solo l’ amore dona la forza per affrontare insieme le lotte e le difficoltà della vita.

C’è troppa confusione in giro. “Un piacere che nessuno può vedersi negato”. E dove sta scritto? Nessuno? Proprio nessuno? Nemmeno la vecchia di 100 anni? Nemmeno l’ergastolano al 41 bis? Nemmeno chi – per un qualsiasi motivo – ha deciso di rimanere solo e non fare coppia con nessuno?

Ma perché mai poi solo questo strano piacere non dovrebbe essere negato, quando la vita si fa carico di negarne mille altri, di piaceri? Perché a un cieco è negato il piacere di vedere? Perché una ragazza innamorata di una star che nemmeno la conosce non dovrebbe avere il piacere di diventare la sua donna? A quanti piacere, pur legittimi, dobbiamo rinunciare? I piaceri, come le sensazioni, i desideri possono variare nel corso della vita. E non una volta sola. Che farà colui che ha voluto un figlio per piacere quando costui non è amabile e gli creerà problemi? Quando sarà solo un peso sulle sue spalle? Non è difficile reclamare i propri diritti – o presunti diritti – difficile è reclamarli senza intaccare quelli altrui.

La natura che Saviano vorrebbe bellamente accantonare ha decretato che un figlio venga al mondo da un maschio e una femmina umani. Da sempre è stato così. E nessuno mai si è sentito discriminato. Per millenni, quindi, il piacere al figlio non ci sarebbe stato?

E se la scienza, che oggi permette di avere un figlio ricorrendo all’orrendo e disumano mercato dei più poveri, in futuro arrivasse ad ottenere un ibrido? Una chimera tra un uomo e un animale? Con troppa facilità e troppo poca riflessione si tenta di passare un cassino sulla lavagna della vita. Eppure tutti sanno che il mondo non è cominciato a esistere con noi. Che “siamo solo dei nani sulle spalle dei giganti”.

C’è una virtù che da sola potrebbe evitare agli uomini di fare guai e confondere le idee ai bambini. È l’ umiltà. Un’autentica cenerentola oggi. Cerchiamola insieme. Possibile che la storia passata non ci abbia insegnato che pensieri scritti a tavolino, possono cadere in certe mani che li sbandiereranno come fossero vangelo? Eppure non è passato ancora un secolo da quando qualcuno riuscì a convincere milioni di persone che una razza valeva più di un’altra. Ci fu chi lo scrisse. Chi si appropriò dell’idea. Chi la mise in pratica e iniziò uno stermino che ancora ci fa tremare.

Lasciamo stare i piaceri. Sono talmente “saporiti”, “ gustosi” e pericolosi che occorre farne ricorso con molta intelligenza e altrettanta parsimonia. Sennò si potrebbe diventare alcolisti, tossicodipendenti, ludopatici. Si potrebbe rischiare di diventare obesi, epatopatici; ci si potrebbe rovinane al casinò o schiantarsi con la Ferrari su un gruppo di persone ferme davanti a un bar.

C’è un santuario alle porte di Roma dedicato alla Madonna dell’equilibrio. Andiamoci in pellegrinaggio qualche volte.


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