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La vittoria di Trump e la lezione per l’Europa
10 Nov 2016 08:41

Trump ha vinto e la Clinton ha perso. Punto e a capo.

Stavolta non è così semplice. Non ci troviamo di fronte alla classica alternanza tra democratici e repubblicani che negli Usa scandisce il ritmo della politica alla guida del Paese. Ci troviamo al cospetto di un passaggio storico. Vedremo. Non è escluso che la forza della democrazia americana sappia integrare nelle proprie regole e consuetudini anche un personaggio di rottura come Trump e gli interessi che esso rappresenta.

Una complessa, bella e per certi versi intrigante sfida per le istituzioni e la società americana. Strada facendo capiremo e valuteremo. Ma in attesa delle “lezioni americane” dobbiamo anche interrogarci sul semplice fatto che anche per l’Europa si apre una sfida. Una sfida impegnativa, ma anche capace di inaugurare percorsi inediti. In sostanza non possiamo aspettare passivamente le mosse di Trump per comprendere che gli interessi americani si rivolgono direttamente verso altri scenari, come la Russia di Putin e la stessa Cina.

L’elezione di Trump va vista come il frutto di una crisi latente tra gli Usa e l’Europa da trasformare in opportunità per fare, finalmente, la scelta delle scelte: gli Stati Uniti d’Europa. Solo in questo modo è possibile affrontare la Brexit, la crescita delle forze dell’antipolitica nei vari Paesi europei, la crisi occupazionale e sociale, l’aggressione del terrorismo islamico, la crescita di corruzione e mafie … . Gli Stati Uniti d’Europa rilanciano e aprono scenari nuovi e positivi: una politica fiscale comune per i cittadini e le imprese, un’unica politica degli investimenti in infrastrutture, innovazione, scuola ed università, nella sicurezza e nella difesa.

Insomma, un rilancio progettuale e politico dell’Europa non può più attendere.L’elezione di Trump è da raccogliere come l’ultima paradossale opportunità per rompere gli indugi e fare quelle scelte che possono finalmente fare dell’Europa uno spazio culturale, sociale, economico e politico all’altezza del cammino che l’umanità si appresta a rifare.


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