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A Bari e a Cagliari ci sono le mense per i bambini migliori d’Italia
22 Mag 2014 09:52

La mensa non è uguale per tutti. Su 36 comuni presi in esame da Save the Children rispetto ai servizi di refezione scolastica delle scuole primarie, Vigevano (Pavia), Brescia e Campobasso si segnalano per le prassi peggiori, con le rette tra le più alte d’Italia, nessuna esenzione anche per famiglie in difficoltà ed esclusione immediata del bambino dalla mensa in caso di morosità dei genitori.

E’ quanto rileva l’organizzazione che difende i diritti dell’infanzia nel mondo. Genova, Cagliari e Bari “emergono al contrario per l’approccio positivo e inclusivo e per l’applicazione di criteri agevolativi a sostegno delle famiglie più in difficoltà”.

Secondo Save The Children, “la mensa scolastica deve diventare un diritto di base garantito a tutti i bambini, secondo standard di qualità certificati e uguali dappertutto. Ad oggi invece ogni Comune si regola diversamente sia per le tariffe che per il servizio erogato”, “come confermato, per esempio, dalla delibera del comune di Pomezia (Roma) che prevede un doppio menù a costi differenziati”.

Save the Children, nell’ambito della campagna Illuminiamo il Futuro, ha lanciato una petizione, indirizzata in prima istanza al comune di Vigevano, “che si segnala per le peggiori prassi e a cui chiediamo che sia assicurata la mensa gratuita ai bambini più disagiati e poveri”.

In generale, sottolinea Save The Children, si registra una notevole varietà nei criteri di accesso, a partire dalle rette: “Benché tutti i comuni mappati prevedano una modulazione delle tariffe in base al reddito(2) e a particolari condizioni del bambino (per esempio in adozione, affidamento o segnalato dai servizi sociali) e della famiglia, si va da una tariffa minima mensile di 5 Euro a Napoli, 7 Euro a Salerno fino a 90 Euro circa ad Ancona, 72 Euro a Vigevano, 66 Euro a Brescia”.


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