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Elena Sofia Ricci e la sua brillante carriera 
05 Mar 2017 14:42

La stiamo vedendo tutte le domeniche su Rai1 nella quarta stagione di “Che Dio ci aiuti” nel ruolo della stravagante suor Angela, ma Elena Sofia Ricci non è solo questo. E’ una straordinaria attrice sia di commedie brillanti sia  di film drammatici che le sono valsi premi di riconoscimento molto importanti. La sua carriera si divide tra cinema, televisione e anche tanto teatro.

Chi è Elena Sofia Ricci oggi?

E’ una donna in costante evoluzione, perennemente in viaggio, piena di passioni e interessi. E’ una persona che ha imparato molto dal percorso che ha voluto intraprendere, un percorso che ancora non è concluso. E’ una donna che continua a giocare su più tavoli la partita della vita nel modo migliore possibile.

Quand’eri molto giovane hai lasciato la tua Firenze per andare a Roma. Quando è nata la passione per la recitazione?

Me ne sono andata dalla mia amata Firenze a 7 anni. Abitavo nelle colline e ricordo le lunghe giornate passate con mia nonna, i miei cugini e la mia amica del cuore che, nonostante siano passati molti anni, è sempre rimasta tale. Posso dirti che la passione per l’esibizione è sempre stata parte di me. Prima la danza, poi la musica e infine la recitazione.

Tantissimi i ruoli in cui ti abbiamo vista! Nel piccolo schermo, per esempio, hai prestato il tuo volto interpretando Francesca Morvillo, moglie del giudice Falcone. Quella che esperienza è stata?

E’ un ruolo che porto nel cuore! Ho sentito un forte  senso di responsabilità  nei riguardi di una donna così vicina a tutti noi ma così grande, morta per l’amore nei confronti del suo compagno di vita e per l’ideale di giustizia che li univa. E’ stata un’unica grande emozione, ho anche difficoltà nel parlarne soprattutto per il fatto che è stato un personaggio molto più grande di me. La più grande soddisfazione che ho avuto è stata quando ho saputo che il fratello di Francesca era rimasto contento.

Anche nel grande schermo, ti abbiamo vista in ruoli molto diversi, da “Impiegati” di Pupi Avati a “Mine Vaganti” di Ferzan Özpetek. Cos’è il cinema?

E’ quel luogo che può restituirci tutta quella magia che dovrebbe permettere all’uomo di sognare; è una vera fabbrica dei sogni!

Cosa vuol dire essere attori oggi come oggi?

Sì, oggi più che mai! C’è una grandissima crisi e purtroppo la cultura è la prima ad esserne colpita. Molto spesso si ritiene che con la cultura non si possa mangiare; ritengo invece che sia essenziale per la nostra vita, che possa nutrire la nostra anima quanto il cibo e la salute. Per i giovani, è ancora più difficile perché questo è un mestiere che s’impara facendolo; ecco perché credo che sia molto importante permettere ai nostri ragazzi di farlo visto che soltanto in questo modo diamo loro la possibilità di crescere.

In queste settimane, ti stiamo vedendo su Rai1 nella quarta stagione di “Che Dio ci aiuti”. Perché hai deciso di continuare questo progetto televisivo?

Sono molto allergica alla ripetitività, infatti le lunghe serie tv le ho sempre abbandonate  dopo due o, al massimo, tre stagioni, anche perché i personaggi che interpretavo a un certo punto si esaurivano. Suor Angela non ha un’evoluzione perché l’abbiamo conosciuta in tv già risolta con un passato molto turbolento alle spalle; è stata in carcere per rapina a mano armata e per concorso in omicidio, ha poi avuto la vocazione. E’ una sorta di contenitore etico e spirituale che accoglie tutti coloro che hanno bisogno. Ho accettato questa quarta stagione anche perché il gruppo di lavoro è molto unito e affiatato.

Qual è il tuo rapporto con la religione?

E’ un rapporto abbastanza recente perché sono sempre stata agnostica. Il mio è un rapporto di fede ritrovata, grazie all’incontro che ho fatto con una vera suora. Ecco che ho iniziato un percorso di conoscenza del Vangelo e della figura di Cristo, dalla quale mi sono sempre sentita attratta.

A cosa si deve secondo te il successo di questa fiction televisiva?

All’unione di quanto di più umano ci possa essere. Tra una risata e l’altra, cerchiamo di regalare piccoli momenti di riflessione su tematiche anche molto profonde.

Hai esordito a tutti gli effetti in teatro, prima che al cinema. E’ sempre molto apprezzato da ogni attore. Perché viene considerato una vera e propria palestra?

Innanzitutto il teatro prevede che si faccia un lavoro molto approfondito sul personaggio. Cerco sempre di portare sul palcoscenico i grandi classici, perché, nonostante si tratti di testi scritti non di recente,  sono estremamente contemporanei. E’ perciò fondamentale recitarli in maniera asciutta, moderna e chiara. Inoltre, il rapporto con il pubblico è immediato, non ti puoi permettere di sbagliare, ma devi essere portatore di emozione, il traguardo più importante.

Sei in tournèe con “Mammamiabella!”, una commedia musicale nelle vesti di regista. Ci racconti?

Ho scoperto di essere una perfezionista e anche un po’ troppo pignola. Lo spettacolo racconta di Valentina, una trentasettenne in carriera fashion-addicted e neo mamma, impegnata a far spazio nel suo armadio per la nuova vita che arriva. Da qui, gli incontri con vari personaggi e il papà, che si era innamorato di una bomba sexy, ma che si ritrova ad aver a che fare con body, pannolini e, con la mamma, ad affrontare ansie, paure, preghiere e aspettative. E’ una commedia musicale divertentissima! Non ho mai fatto una regia in vita mia e invece mi sono trovata a farlo e ho scoperto anche di essere una visionaria, di avere delle capacità. Questo è uno spettacolo semplice e molto carino che vi invito a vedere!

Quest’intervista verrà pubblicata in Resto al Sud. Il tuo rapporto con il Sud?

 Il Sud mi fa pensare subito al caldo, al sole e al mare. Penso a qualcosa di molto accogliente!


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