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Equitalia si scusa: “pignoramento sbagliato”. Ma il destinatario viene colto da un malore
20 Mag 2013 07:51

Sarebbe bastato digitare il suo nome sul terminal del computer, per evitare che quella lettera nella quale si annunciava il pignoramento delle sue proprietà venisse recapitata, provocando al destinatario un malore e costringendo Equitalia a delle scuse formali. “Ci scusiamo con l’errore verificatosi nei suoi confronti e non era nostra intenzione arrecarle danno in alcun modo – ha messo nero su bianco la società di riscossione – e la informiamo che suddetta comunicazione è da ritenersi annullata ad ogni effetto”.

La “suddetta comunicazione” è quella con cui Raffaele Presutti, 48enne promotore finanziario di Sulmona (Abruzzo), ha visto minacciato di pignoramento un patrimonio da 600 mila euro (una casa in costruzione, una al mare e un terreno) per un debito di 29 mila euro che, però, era stato già rateizzato e regolarmente pagato. Delle scuse, però, il professionista non sa che farsene e non solo perché per poco non ci rimetteva le penne: così ha deciso di promuovere un comitato per mettere insieme un gruppo di professionisti in difesa delle vittime di Equitalia, a riparo non solo dai “meri errori formali”, ma anche da una mancanza di elasticità e da interessi che “sono una istigazione all’usura”, spiega Presutti annunciando di voler presentare formale denuncia alla procura di Sulmona.

La sua storia è emblematica: nel 2005 Presutti acquista un appartamento che paga 133 mila euro con tre assegni circolari e che rivende nel 2007 a 170 mila euro. Sul rogito, però, viene registrata una somma di soli 60 mila euro e così l’Agenzia delle

Entrate gli contesta una plus valenza su 110 mila euro anziché su scarsi 40 mila effettivamente “guadagnati”. Ne nasce un contenzioso (ancora pendente) che, tra interessi e sanzioni, fa lievitare il debito del professionista con Equitalia a 108 mila euro (64 mila di interessi). “Per non aver pagato una plus valenza reale di meno di 4 mila euro – spiega Presutti – ora mi ritrovo un debito di 108 mila euro. Come se non bastasse, dopo aver interessato del caso il direttore Befera e l’allora ministro Tremonti, ora Equitalia ha minacciato di pignorarmi le proprietà, nonostante io stia pagando regolarmente le rate”.

Un “mero errore tecnico”, certo, che si è aggiunto però a cinque anni di incubi, durante i quali il professionista ha subito una riduzione del reddito di 2/3 e ha visto stravolgere la sua vita.
Equitalia si scusa.


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