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Etna, scoperta sorgente di magma che alimenta eruzioni
06 Feb 2018 21:14

Potrebbe essere la Scarpata di Malta, la sorgente dei magmi che alimenta le eruzioni dell’Etna e che, in passato, ha dato vita ai vulcani dei Monti Iblei, oggi estinti. A svelarlo, lo studio, Etnean and Hyblean volcanism shifted away from the Malta Escarpment by crustal stresses, condotto da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), German Centre for Geosciences (GFZ) di Potsdam, Università degli Studi Roma Tre e di Catania. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Earth & Planetary Science Letters, Elsevier B.V.

“Eruzioni e terremoti sono parenti stretti”, spiega Marco Neri, primo ricercatore dell’Osservatorio Etneo-INGV. “Come facce opposte della stessa medaglia, entrambi i fenomeni accadono soprattutto lungo i margini delle placche tettoniche che segmentano la superficie della Terra. Esistono, però, vulcani che non seguono questa regola, perché si sviluppano all’interno delle placche tettoniche e non sui bordi. Si tratta di un vulcanismo che i geologi definiscono di tipo “intraplacca”, proprio come i vulcani che da milioni di anni eruttano lungo la Sicilia orientale”.

Sebbene da cinquecentomila anni a oggi è l’Etna ad essere molto attivo, in precedenza e per milioni di anni sono stati i Monti Iblei a dominare la scena, ospitando numerosi vulcani distribuiti da Capo Passero alla Piana di Catania e da Siracusa a Grammichele.

Gli scienziati hanno scoperto che le traiettorie seguite dal magma lungo la risalita dal mantello terrestre verso la superficie non sono verticali, bensì variamente curve.
“Le traiettorie del magma confluiscono, verso il basso, sia per l’Etna sia per i vulcani degli Iblei, in una stessa zona, sottostante la cosiddetta Scarpata di Malta”, afferma Neri. “Si tratta di una struttura tettonica che apre la crosta terrestre in Sicilia orientale e permette la risalita dei magmi dal mantello. Ma la Scarpata di Malta è anche un imponente sistema di faglie ‘sismogenetiche’ situate poco al largo delle coste orientali siciliane sotto il Mare Ionio e capaci di generare terremoti. Le sue faglie si allungano per oltre trecento chilometri producendo, nel fondale marino, una scarpata profonda fino a tremila metri”.

E sarebbe stata proprio la Scarpata di Malta ad aver generato, l’11 gennaio del 1693, nella Val di Noto, il sisma più violento accaduto negli ultimi mille anni in Italia: Magnitudo Mw7.4, cinquantaquattromila vittime e un devastante tsunami indotto dallo scuotimento del fondale marino.


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