';

Facebook, l’arte e i nuovi “critici” del “mi piace”
11 Dic 2013 16:48

È un uso consolidato esprimere il proprio giudizio su manifestazioni artistiche, quali arti grafiche, temporali, visive e quindi pittura, scultura, danza, musica, insomma in qualsiasi manifestazione dove un’anima artistica si esprime. Ciò da quando l’arte è divenuta spettacolo con almeno due protagonisti l’attore (colui che la produce) e il fruitore (colui che la riceve), da quando cioè, la manifestazione artistica, come espressione più profonda ed archetipica dello spirito, ha perso il suo ruolo funzionale e quindi utile nella vita quotidiana. Basti ricordare che nei popoli primitivi questa differenziazione pubblico/artista non esisteva e il fenomeno artistico nelle sue forme (pittura-danza-musica) era parte integrante e necessario allo svolgimento di riti , momenti iniziatici e/o semplici atti quotidiani.

Oggi in particolare, con la possibilità di esprime il proprio giudizio sui social network si è arrivati “all’orgia” del giudizio. Ma la domanda è questa: chi esprime un giudizio? o meglio, chi può permettersi la libertà di esprimere un giudizio?

Un professionista, artista o no, prima di esprimere un giudizio su un fenomeno di cui ha una conoscenza approfondita si documenta, analizza l’evento, lo compara, lo contestualizza nel tempo e nello spazio, osserva se stesso in relazione al fenomeno e in base a suoi parametri soggettivi – che riconosce come tali – esprime alla fine una sorta di sintesi che non si risolverà mai con un “mi piace o non i piace”, quanto in una sorta di critica sempre motivata e con una visione il più possibile variegata e con più punti di vista.

Una persona distratta, invece, con superficialità dovuta e voluta in base ai pochi elementi che possiede, si esprime con un disimpegnato “ Mi piace-non mi piace”. Ma quest’ultima persona è consapevole della sua manifesta ignoranza? Oggi sui social impazzano aforismi, sentenze, verità, ognuno ne possiede una o ne scopre un’altra. Tutti si sentono pronti per dare consigli e verità, pochi hanno la capacità di guardarsi dentro per migliorarsi. Non è forse questo fenomeno una ulteriore massificazione verso un obnubilamento che fa comodo ai pochi che hanno conservato la capacità di critica e la coscienza del sé?

Sono un musicista, come compositore professionista mi trovo a scrivere su commissione su ogni genere di progetto perché non ho voluto che il mio gusto mi ponesse dei limiti. Così riesco ad utilizzare gli utensili del mio “ mestiere” e in molti stili ed ad impararne continuamente altri perché l’arte è un flusso continuo e inarrestabile. Cosicché le mie composizioni vanno dal contrappunto a doppio coro in stile bachiano, all’elettronica progressive, alla musica pop, a quella commerciale, alla musica sacra, ai commenti per le immagini nei documentari e film,ecc…Mi diverte leggere i giudizi delle persone ignare che mi giudicano a volte come autore di canzoni pop, altre come pianista compositore, altre come direttore ecc… e , con sadico piacere mi rendo conto che involontariamente sono persone che si rendono manipolabili dai loro stessi limiti. Non rispondo mai né per i giudizi positivi né per quelli negativi, perché non ho tempo di farlo e perché occorrerebbero pagine e pagine di argomenti tecnici e motivazioni che non sono tenuto a dare, ma devo riconoscere che i loro giudizi mi sono molto utili perché così posso capire cosa provoco e quale effetto posso raggiungere. Diciamo che mi offrono uno scorcio di realtà manipolabile. Questa personale presa di coscienza mi ha fatto sorgere una domanda: “E SE TUTTI NOI FOSSIMO INCONSAPEVOLMENTE MANIPOLATI DA INTELLIGENZE CHE OSSERVANO I NOSTRI MI PIACE E I NOSTRI CIECHI GIUDIZI”?

Quanti di noi hanno il quadro globale di quello che sta accadendo così in fretta con i social network ? Sono un mezzo per una maggiore libertà di espressione o uno strumento efficace (per chi lo sa usare) per manipolare le nostre coscienze, i nostri comportamenti, gusti e soprattutto idee?

Sociologi come G.Martinotti, B. Wellmann, E. Rogers, ma anche mass mediologi, antropologi, psicologi hanno già affrontato in maniera scientifica e approfondita i dubbi e le domande che ho appena scritto e purtroppo hanno già risposto.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento