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Il Real Albergo dei Poveri diventi un tetto per i clochard di Napoli. Ed un museo
26 Mar 2014 07:15

Mentre a Napoli c’è una parte della società “meridionalista” che non sa fare nient’altro – da decenni – che sventolare bandiere delle Due Sicilie commemorando i briganti e ululando Viv’o Rre, in un furore “ideologico” che ha sconvolto anche il neoarrivato direttore del Corriere del Mezzogiorno, Antonio Polito, ce n’è un’altra, sana di mente, che pur credendo fortemente nel vessillo duosiciliano quale simbolo identitario e non nostalgico, agisce.

A Napoli in questo momento sono in corso varie “azioni” per tutelare realmente – ossia con senso di realtà – simboli identitari che non sono unicamente simboli, ma potenzialmente volani occupazionali, turistici, culturali. Senza soffermarci stavolta su Pompei, di cui parleremo in modo approfondito prossimamente, per raccontarvi della marcia indetta da movimenti e associazioni per il prossimo 4 maggio, in queste ore al centro del dibattito ci sono i destini di Palazzo Fuga, il Real Albergo dei Poveri.

Da decenni è in corso una ristrutturazione che copre il 40% dell’intero edificio, classificato come il più grande al mondo con i suoi 100 000mq, di area coperta.

Nell’intento di Carlo III, che lo fece edificare, non vi era soltanto la sistemazione dei poveri del Regno, ma anche l’inclusione, all’interno del mega complesso, di alte scuole di formazione professionale. Al dibattito indetto qualche giorno fa dal Comitato Carlo III  erano tante le associazioni che hanno voluto dire la loro sulla futura destinazione dell’area, tra l’altro collocata in uno snodo cruciale per la città.

Tra queste quella presieduta da Padre Alex Zanotelli, che preme perché all’interno dell’edificio, nell’area ristrutturata, ed attorno uno dei cortili principali, venga organizzato un dormitorio per clochard, con assistenza medica, mensa, e addirittura un orto urbano, proprio per restituire l’edificio alle sue origini, con un approccio solidale.

Un’ipotesi, in un area già abbandonata al degrado, che non vede a favore né i negozianti né le professionalità medico psichiatriche presenti all’incontro che hanno sottolineato il rischio della trasformazione dell’area in un ghetto urbano.

La seconda ipotesi di cui si è discusso è invece quella di un Polo Museale che parta dai 40 000 metri quadri già agibili, ed allargandosi successivamente nelle aree recuperabili e ristrutturabili. Si parla di quello che potrebbe diventare il più grande museo del mondo. L’idea sarebbe quella di convogliare in questo nuovo polo museale, una serie di opere di varia origine tra cui le opere del museo Nazionale, e di quello di Capodimonte, immagazzinate e non esponibili per mancanza di spazio; le opere, tra cui sculture, quadri ed istallazioni, donate da artisti europei alla città, e ferme nei depositi comunali; la  raccolta delle opere di tutti i piccoli musei a Napoli, e quasi tutti in dissesto (es. Madre), riducendo, nel complesso, le spese di gestione complessive nonché l’eposizione permanente in Palazzo Fuga, del tesoro di San Gennaro, che ad oggi, risulta essere il più ricco tesoro al mondo, attualmente in esposizione a Parigi.

Il dibattito sui destini di Palazzo Fuga è in corso e anche con toni accesi ed è talmente ampio che su www.insorgenza.it è stato messo in piedi un sondaggio: per ora pare che la maggior parte dei votanti sia a favore di questa seconda ipotesi. Ma anche la prima, quella di restituire all’Albergo dei Poveri la sua funzione primaria, è molto considerata. Per chi volesse votare, il sondaggio è qui: http://www.insorgenza.it/lastpoll/ .


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