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Il Sud ha la maglia nera per la donazione degli organi
29 Apr 2014 08:52

Cresce complessivamente il numero di trapianti di organi in Italia e, se le cifre confermeranno le proiezioni, il 2014 segnerà il record, con un aumento del +12,1% rispetto al 2013. Buone notizie per i quasi 9.000 gli italiani in lista d’attesa, 6.700 dei quali necessitano di un rene, mille di un fegato, circa 700 di un cuore, 360 un polmone, 200 il pancreas.

A dirlo sono i dati del Centro Nazionale Trapianti basati su una proiezione dei risultati relativi ai primi due mesi del 2014. Se continuerà il trend positivo, saranno 3.186 trapianti effettuati a fronte dei 2.841 del 2013, numeri che, se confermati, faranno del 2014 l’anno migliore dal 1992 ad oggi. L’incremento maggiore, in proiezione, è per il polmone che, secondo le stime, passerà da 141 trapianti del 2013 a 179 del 2014. Segue il cuore, con 2.066 a fronte di 2.019 del 2013, quindi rene (1.667 a 1.501), infine il fegato (1.064 a 998). Cauto ottimismo da parte di Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti (CNT), istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità. “Abbiamo avuto due mesi molto positivi, che ci lasciano ben sperare per il futuro, ma non dobbiamo dimenticare che sono dati che si riferiscono a solo un sesto del campione annuale e che possono avere oscillazioni durante l’anno“.

In testa alle Regioni più generose, sempre in base alle proiezioni, c’è la Toscana, con 53,6 donatori per milioni di persone, ma in assoluto la più solerte è la Lombardia, con 291 donatori. Maglia nera a Basilicata, Calabria, Campania e Umbria. Se, in base alle proiezioni, il numero dei donatori utilizzati aumenterà da 1.102 a 1.169, a crescere dell’1,8% sarà anche il numero di coloro che, alla richiesta di effettuarlo in caso di morte cerebrale di parenti, dicono di no.

Nel 2014, infatti, la percentuale dei congiunti che si oppongono alla donazione, raggiungerà il 31,7% del totale, rispetto al 29,6% del 2013. Un italiano su tre, quindi, preferisce dire di no, piuttosto che prendere decisioni al posto altrui. Per questo è importante dichiarare in vita la propria volontà sul futuro dei propri organi.Questo – aggiunge Costaè sicuramente un dato su cui dobbiamo lavorare. Stiamo prendendo iniziative, puntando, in particolare su percorsi di formazione“. Tanti, infatti, i pazienti in lista: ben 8.828. I tempi di attesa, in base a dati aggiornati al 31 dicembre 2013, vanno da quasi due anni per il fegato a oltre tre per un il rene, la percentuale di mortalità di chi è in lista varia dall’1,5% di chi attende un rene a 10,9% di chi attende un polmone. Nonostante le difficoltà della sanità italiana, il sistema è comunque stabile e aumenta tanto il tempo medio di sopravvivenza di chi è in lista d’attesa che la percentuale di successo in seguito a trapianto. “Attualmente portiamo a trapianto, in un periodo compreso tra due o tre anni di attesa, il 75 e l’80% dei pazienti. Ciò significa che siamo quasi in equilibrio“, chiarisce Costa. “E’ un tema, però, su cui non si è mai soddisfatti, l’obiettivo – conclude – è sempre quello di diminuire il numero delle persone in lista e i tempi di attesa al trapianto“.


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