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Il Sud in difficoltà che torna all’agricoltura
12 Giu 2015 08:15

“I paesi del Sud si somigliano un po’ tutti.”

“Potrebbe essere questo il minimo comune denominatore del Meridione?”

“Non basta, ma è una traccia. Molti pensano invece, che il rapporto di coesione del Sud, sia la sua difficoltà endemica, cioè la consapevolezza della difficoltà senza uscita.”

“Infatti il Sud ha una dimestichezza tale con la sofferenza, da poterci convivere senza grossi problemi. I nostri antenati hanno patito. Erano pescatori o contadini, combattevano con il mare o con l’avarizia di una terra di collina, circondata sovente da boschi. Troppi boschi.”

“Le tratte dei trasporti, dei commerci, degli scambi, erano lontane mille chilometri. Se nella Toscana del Tredicesimo secolo si inventavano le lettere di credito, ovvero le cambiali, con cui commerciare…..se nella Toscana del Quattordicesimo secolo c’erano i banchieri che prestavano i soldi ai reali d’Inghilterra per finanziare le loro guerre, se nel Sedicesimo secolo la Serenissima di Venezia commerciava con l’Oriente, se nel Diciannovesimo secolo la Lombardia partecipava alla Rivoluzione Industriale, noi al Sud abbiamo avuto uno Stato insipiente, che viveva di balzelli e cercava solo di mantenere il potere. Siamo stati tagliati fuori da tutto. Allora, mare e collina, acqua e terra. E tanta sofferenza.”

“Cosa vuoi dire? Che la nostra tempra ci porterà a patire meno di altri la crisi dei nostri giorni?”

“Sicuramente non ci affonderà. Sicuramente rimarremo a galla. Quello che mi preoccupa è che l’arresto della crescita possa portare ad una involuzione ed ad una rassegnazione da cui stavamo uscendo, dopo i secoli bui. Il Sud ha vissuto un interminanabile Medioevo. Poi dal boom economico del 1963 era iniziato un lentissimo Rinascimento. Ora temo un nuovo Medioevo.”

“Come sei pessimista!”

“Purtroppo vedo molti indicatori di questa involuzione. Il Sud avverte il rombo sinistro di una condizione , che quattro decenni di crescita economica aveva cancellato. E tutto avviene sulla pelle di chi, quel mare e quelle colline, non ha mai conosciuto. Gente che ha studiato, che ha una professione, un mestiere e sa di non poterli utilizzare nel luogo dove sono nati.

Gente che ora si ritrova a guardare quel mare e quelle colline, come ultima risorsa.”

“Sembra una previsione un po’ azzardata. Stai parlando del ritorno della civiltà contadina.”

“Ho sentito di molta gente che sta iniziando a dissodare la terra, di molti orti che riprendono la loro funzione, di molti borghi in cui l’agricoltura sta di nuovo ripartendo. Questo dato, anche se un micro-dato mi fa riflettere.”

“Ma il ritorno alla terra è involuzione?”

“Diciamo che è un ritorno al passato. Se poi si tramuterà in un involuzione è da vedere.”


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