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Inaugurazione (e inopportunità) dell’anno giudiziario
25 Gen 2015 08:55

Qualcuno avvisi il Ministro Orlando che sabato a Caltanissetta, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente della Corte d’Appello, Salvatore Cardinale, ha parlato ad un’aula semi deserta.

Il rappresentante inviato dal Suo dicastero, la dottoressa Annamaria Palma, però c’era e ci si chiede se e quanto si sia sentita a suo agio quando, in forma solenne, si è ricordato che in quelle aule si dibatte ancora sulla strage di via D’Amelio e si indaga ancora sui depistaggi dell’omicidio Borsellino e sul pentito ammaestrato, Vincenzo Scarantino.

Viene spontaneo chiedersi: alla dottoressa Palma (oggi capo dipartimento del Ministero della Giustizia, già direttore di Gabinetto di Schifani e vent’anni fa nel pool di magistrati che hanno firmato i processi Borsellino primo e bis, oggi oggetto di revisione), che effetto avrà fatto tornare a Caltanissetta?

Qualcuno avvisi il Ministro Orlando che, a breve, la sua rappresentante sarà “invitata” a torare in quel tribunale in qualità di teste nell’ambito del processo Borsellino Quater. Un processo, è bene ricordare, nato a seguito della richiesta di revisione del dottor Scarpinato, della definitiva inattendibilità di Scarantino sancita dal Gup di Caltanissetta e dalla scarcerazione di sette individui ingiustamente condannati disposta dalla corte d’appello di Catania.

Qualcuno avvisi il Ministro Orlando che il crollo delle false verità costruite in vent’anni sono un’onta per la storia della Giustizia e della democrazia del nostro Paese e pur senza responsabilità penali, risulta quantomeno inopportuna la scelta di mandare come Suo rappresentante per l’apertura dell’anno giudiziario, proprio chi quelle “verità” ha contribuito a scriverle e proprio lì, a Caltanissetta!

Qualcuno avvisi il Ministro Orlando che in questa piccola procura al centro della Sicilia c’è chi ancora cerca granelli di verità fuggiti da una clessidra rotta. Là dove è mancato un appuntamento con la Giustizia c’è bisogno quantomeno di rispetto. Solo quello e non solo per chi indaga, ma soprattutto per chi ancora piange i morti di quelle stragi.

Forse, i collaboratori del Ministro sono stati solo un po’ distratti e con il senno di poi ammetteranno di aver avuto cattivo gusto, altrimenti io, che di questa storia ho capito qualcosa solo quando l’ho guardata “Dalla parte sbagliata” (edizioni Castelvecchi), chiederei al Ministro, di grazia ( e Giustizia, come si diceva una volta), ‘Lei da che parte sta?’


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