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La cultura non isola. Vogliamo Cagliari capitale europea della cultura
15 Lug 2014 06:17

“La cultura non isola” è questo lo slogan votato sui social con il quale la città di Cagliari si presenta alla candidatura di Capitale europea della cultura.

E ne ha tutte le ragioni, poiché questo percorso sta contribuendo a stimolare in tutta l’isola un processo di rivalutazione del territorio, diventando forza promotrice e trainante delle idee e dei progetti che si stanno sviluppando in relazione ad esso.

Un progetto ambizioso ma possibile, su cui l’amministrazione comunale ha investito energie sin da subito, ponendo l’accento sulle opportunità che la candidatura offre a prescindere dall’assegnazione del titolo. Un’occasione per riscrivere i territori dell’isola, molto diversi tra loro, e agevolarne i legami a partire dal capoluogo.

In fondo è anche un po’ merito di Maria Lai e della sua opera che ha ispirato il senso “alto” della candidatura, quel valore di comunità che dialoga nei suoi fili intrecciati, capaci di legare le persone alle montagne.

Merito anche dei Giganti di Monte Prama che hanno risvegliato e fatto riflettere la popolazione sull’antica storia dell’isola, visibile ma spesso ignorata.

E proprio nei Giganti e nel progetto di digitalizzazione del Centro di Ricerca della Regione si esprime il concetto di tradizione e innovazione, che insieme possono contribuire ad incentivare nuove forme di promozione di un territorio dal carattere unico e peculiare.

Cagliari e la Sardegna puntano dunque sulla cultura cercando un costante dialogo fra tradizione e innovazione: cultura intesa come società, tradizione come testimonianza della nostra esistenza, innovazione come impegno allo sviluppo, per valorizzare e promuovere.

Molte le tappe in città per coinvolgere e far incontrare persone, associazioni e istituzioni in questo percorso. Tra esse Sinnova, il salone dell’innovazione che ha messo in mostra 128 imprese e molte idee vincenti, tante le start-up ma anche aziende che provano ad innovarsi.

Le App sono state protagoniste, legate al turismo e alla mobilità, ma non sono mancati i progetti legati al riciclo o alla ricerca  nel campo agroalimentare. Ma vi trova posto anche Rnext, La Repubblica degli innovatori, l’appuntamento organizzato da La Repubblica dove hanno avuto spazio i makers e i creativi locali sostenuti da istituzioni, personaggi e volti noti.

Che i sardi fossero un popolo di innovatori si era già assaporato qualche tempo fa con Renato Soru che tramite Tiscali permise l’accesso libero alla rete diventando rapidamente un’icona simbolo dell’era web.

Poi Sardex il circuito d’imprese, la moneta complementare che mette in connessione i protagonisti del mercato, del lavoro e dell’economia.

Idee di sardi, in alcuni casi molto giovani, persone preparate che si sono formate fuori dall’isola. Cervelli di ritorno che reagiscono e combattono nella Sardegna della crisi e che vogliono essere parte attiva del cambiamento. Perché forse ora è questa la parola giusta.


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