';

Laurea honoris causa a Totò, giusto riconoscimento per chi ha fatto ridere gli italiani dopo la guerra
31 Mar 2017 09:13

A 50 anni dalla morte, l’Università Federico II di Napoli conferirà la laurea honoris causa alla memoria in ‘Disciplina della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria’ a Totò, il principe indiscusso della risata.

Il conferimento – che avverrà mercoledì 5 aprile, alle 12, presso l’Aula Magna Storica dell’ateneo di Napoli – è stato frutto di una proposta di Renzo Arbore, testimonial di Resto Al Sud.

Alla cerimonia, oltre ad Arbore, parteciperanno anche il rettore Gaetano Manfredi, il prorettore Arturo De Vivo, il docente di Letteratura Italiana Matteo Angelo Palumbo.

Proprio Arbore dedicherà ad Antonio Curtis una ‘laudatio’, motivando la scelta: “per aver incarnato e portato sullo schermo – si legge su Ansa.it – tutte le ‘articolazioni’ dello spettacolo: dalla mimica alla comica, che gli riuscivano particolarmente spontanee, a quella teatrale e cinematografica, acquisite da una lunga esperienza personale che Totò ha vissuto e saputo catturare. Una cultura che rispechia anche una napoletanità nobile che, nella sua carriera artistica e sociale, ha sempre rappresentato naturalmente”.

Per il Rettore della Federico II, inoltre, “Antonio De Curtis, in arte Totò, è stato senza dubbio uno dei più straordinari interpreti dello spettacolo teatrale e cinematografico italiano, lasciando contributi incisivi anche come drammaturgo, poeta, paroliere e cantante”.

A proposito, infine, delle polemiche (!) che sono sorte persino sulla scelta di conferire la laurea a uno dei più grandi artisti italiani del Novecento (Totò non era solo attore, ma anche cantautore e poeta), Resto Al Sud si schiera assolutamente in favore della proposta – giustamente accolta – di Renzo Arbore.

Totò – così come tanti altri che hanno fatto la storia del cinema italiano, spesso del Sud, come, per citarne altri due, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia – merita di essere non solo ricordato ma anche esaltato per come ha contribuito a sollevare l’umore degli italiani nel periodo difficilissimo del dopoguerra.

Perché il riso, come scrisse Aldo Palazzeschi, “è il profumo della vita in un popolo civile“.


A proposito di Renzo Arbore:

 


Dalla stessa categoria

Lascia un commento