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Quella periferia di Bari che sogna un futuro. Intorno ad una chiesa
14 Mag 2014 07:47

Da qualche anno si chiama ufficialmente San Pio, in onore del frate di Pietrelcina, ma per molti baresi, quella landa desolata a pochi chilometri da Bitonto e da Giovinazzo, ancor più dopo la morte nel 2005 per stenti della piccola Eleonora, resterà probabilmente per sempre Enziteto.

La frazione, costituita anche dal piccolo territorio di Catino, ubicandosi geograficamente ad oltre 20 km dal centro della città di Bari, si configura come una di quelle ghettizzanti ed alienanti periferie nelle quali sopravvivono cittadini ritenuti di “serie Z” e trattati come tali, ossia con Zero diritti e Zero servizi.

In questo scenario di forte degrado urbanistico ed architettonico, riflesso di un profondo disagio sociale, sebbene risplendano alcune eccezioni che si configurano come importanti anticorpi morali o presidi culturali, si è imposto il potere criminale di alcuni balordi che hanno contribuito a trasformare questo territorio in un “recinto” quasi inespugnabile per una politica locale indifferente ai bisogni degli ultimi e di chi resta indietro.

In queste periferie reali nelle quali, per dirla alla Papa Francesco, tanti giovani si sentono ai margini della vita, come ospiti di proprie “periferie esistenziali”, ancor più esaltante, in questi anni, è stata l’opera di Don Luciano Cassano che da 13 anni agisce nel quartiere come un catalizzatore naturale di umanità e di bontà.

E, soprattutto per lui, la giornata del 12 maggio 2014 sarà indimenticabile: dopo 20 anni di ritardi, infatti, finalmente ha visto posare, nella sua Catino, la prima pietra della nuova Chiesa di San Nicola.

Un’architettura che si spera venga rapidamente completata e che già sembra destinata a diventare un importante polo sociale per giovani e diversamente giovani, già privi di adeguati spazi ricreativi e di aggregazione, che potrebbero qui trovare il luogo ideale per riscoprire, attraverso una pluralità di nuove attività socio-culturali, la bellezza di essere cittadini consapevoli e diventare sempre più una comunità coesa nella legalità e nella solidarietà, pronta definitivamente a rifiutare la cultura della violenza e della morte.


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