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Roma risolve? Roma distrugge? Il dramma culturale di un paese del Sud
23 Mar 2015 09:04

I fratelli Caprotti viaggiavano con il loro camion per una strada che dalla Puglia porta in Campania. Avevano a bordo mattonelle per una casa in costruzione. Il loro umore era nero per un posto di blocco dei Carabinieri, che avevano riscontrato tre infrazioni tramutate in un corposo verbale.

“Ma che schifo! Come si fa a campà così?”

“Ma te l’avevo detto che dovevamo pagare il bollo!”

“Ma chi lo fa sto’ bollo?….Quanti in paese hanno fatto il bollo alla macchina? ….Quando mai questi hanno fatto un posto di blocco in zona?”

“Ma non era per loro che dobbiamo farlo…ma per quando ci capita di andare a Bari….a Foggia….”

“E li’, a noi stanno a pensare? …Con tute le macchine che ci stanno?….Mi meraviglio di questi qui…sono paesani come noi….mo’ pure il bollo vogliono?”

“Ma chi ci capisce niente! Qui il mondo sta cambiando! Dieci anni fa, nel ’50, bastava avere le patente. Mo’  tutti questi documenti, controlli. Ma a che servono? Andassero a cercare chi ruba!”

“Il problema è che è cambiata la politica. Prima la politica ci proteggeva, adesso pensano solo ad andare a Roma!”

“Ehe! ….Prima erano altri tempi! ……Ti ricordi come l’onorevole veniva a trovarci a casa? Ora chi l’ha più visto?…. Si è fatto importante! Va a Roma…sta a Roma…andate a vederlo a Roma….questo è lo schifo!”

“Ora per parlare di questo verbale dove andiamo? A Roma?”

“E questi signori perciò ce l’hanno fatto il verbale! Perché secondo me, loro hanno capito che ci hanno abbandonato!”

Qualche giorno dopo. “Pronto onorevole?”

“Si?”

“Sono Assuntina Caprotti, la figlia del falegname mastro Peppe.”

“Ah! ….Come no! ….Certo…..Tutto bene li’ al paese?”

“Onoré….insomma….va così e così….io comunque volevo parlarvi…..i miei fratelli hanno un problema…..”

“Guardate…devo passare nel vostro comune fra due settimane….è un po’ di tempo che non vengo…ma sapete…. ho molti impegni a Roma. Fate venire i vostri fratelli alla Pensione La Vista.”

“Va bene onorevele. Vi porto i saluti di tutta la famiglia.”

Due settimane dopo i due Caprotti si recarono all’albergo La Vista.

“C’è l’onorevole?”

“E’ andato al bar Garibaldi….da poco. Andate la’”

I due uomini raggiunsero il locale. Ma da cento metri notarono una capanello di persone.

“Ma che è sto’ chiasso?”

“È’ la fila per vedere l’onorevole….pure voi avete un appuntamento?”

“‘E certo, ma non ci immaginavano questo casino!”

“Nessuno se lo immaginava…..ma qui sono tutti con delle multe dei Carabinieri……molti verbali.”

“Anche noi! …..Ma che si sono messi in testa questi….. di comandare come la politica! Che si mettano d’accordo tra loro. Chi dice che il bollo si può pure non pagare – e l’onorevole è stato il primo a dircelo -ora questi ci fanno le multe!…..In questa confusione che si mettano d’accordo!”

“E’ vero. Qua non si capisce più niente. Stavamo meglio quando era solo uno al comando. Mo’ si fanno la guerra a chi e’ più forte! E noi che siamo povera gente, ci andiamo di mezzo. Questa non è giustizia!”

“Giustizia? E dove è più la giustizia? Diceva mio nonno che quando c’era mastro Viscotto non succedeva niente di male in paese. Era lui a mettere ordine tra sbirri, politici, comune, baroni e poveri.”

“Te l’ho detto. Deve comandare una testa!….Ora l’onorevole dice che sistema tutto lui……poi se ne torna a Roma e domani mi piglio un altro verbale!”

“E così finisce! Qui ci vuole chiarezza. Per me l’onorevole deve andare dai Carabinieri con tutti noi a chiarire! Almeno sappiamo la verità! E’ inutile fare cose spizzicate, imbrogli che non ci si capisce niente. Qui ci vuole chiarezza!”

“Buonasera onorevole. Finalmente e tocca a noi……Come è questa storia dei verbali sul bollo? Che dobbiamo fare?”

“E che vogliamo fare? La legge prevede che il bollo sulle autovetture va pagato!”

“Si ……ma prima non era così!”

“Sono leggi. I Carabinieri fanno il loro dovere.”

“E prima?”

“Vedete Caprotti……il governo ha bisogno di soldi…si devono costruire ospedali, scuole…….”

“E le vogliono costruire a spese nostre? …Che centriamo noi con queste cose che manco vediamo?”

“Ma tutti dobbiamo dare una mano. Così lo Stato va avanti.”

“Con i soldi della povera gente?”

“Con i soldi di tutti.”

“Onoré…io non vi capisco più. Da quando andate spesso a Roma siete cambiato. Ora fate pure questi discorsi. La capitale vi rovina….lasciate perdere…state con noi paesani…così capite i nostri problemi. A Roma che ne sanno di noi?”

“Lo sanno….sanno bene del Sud.”

“Del Sud? …..E che ci capiscono del Sud?….Nel Sud bisogna esserci nato per capirlo! Io non ho fiducia!”

“No. Adesso hanno  fatto una serie di leggi per venire incontro al Sud. Io sono a Roma proprio per questo.”

“Ah…. siete sempre a Roma per fare le leggi per il Sud? ….Allora fate una legge che leva il bollo ed una che leva le tasse per i poveri!”

Il dialogo andò avanti. Poi entrò un altro uomo che disse le stesse cose. Poi un altro, con medesimi argomenti.

L’onorevole alla fine del mandato parlamentare, non si presentò dandosi all’avvocatura. Al suo posto si presentò un altro uomo, che promise “di mettere le cose a posto”.

“Non dobbiamo fare cosa dice Roma! Il mio compito è quello di difendervi da Roma!” disse dal palco.

E stravinse le elezioni.

“Onorevole…siamo i fratelli Caprotti…..vi abbiamo votato!”

“Bene…cosa posso fare per voi?”

“Ecco….con il nostro camion facciamo sempre la fondovalle, ma è piena di buche. L’altro giorno abbiamo rotto un ammortizzatore e quelli costano.”

“Per la fondovalle ho fatto richiesta alla Provincia. Ora aspettano i fananziamenti da Roma.”

La sera a casa Caprotti.

“Pure questo ora se ne esce con Roma. Non facevamo meglio a stare zitti? Ora per trovare i soldi ci faranno altri verbali!”


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