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Sette in casa per sopravvivere. Ma si torna al Sud
03 Apr 2015 08:16

La mattina.

“Sentite! Sentite! Si è perso un portafoglio in via Paoletti! Ci stavano i documenti! Chi li porta a Pietro Minciotta ci sta un regalo di diecimilalire!…..Sentite! Sentite!…….”

La sera.

“E’ buona la cifra.”

“Si, i documenti servono per prendere la pensione da domani. Se Pietro non li trova deve aspettare parecchio.”

“E come l’ha perso sto’ portafoglio?”

“Non l’ha perso…glielo hanno rubato!”

“”E chi lo porta se è rubato? Che si fa arrestare?”

Il banditore Giovanni viveva in cinquanta metri quadri nella parte più bassa del paese. Con poche lire, doveva campare lui e la moglie Lina. Il figlio era emigrato in Germania a diciotto anni.

Il suo lavoro consisteva in annunci semplici. Un portafoglio rubato, una ricerca di bracciante per una giornata nei campi, avvisare che mancherà l’acqua alla fontana pubblica, che mancherà la luce, che è arrivato un venditore al mercato.

Chiunque aveva qualcosa da rendere pubblico, si recava da lui. E a nessuno veniva in mente di fargli concorrenza. Si guadagnava poco ed era peccato davanti a Dio rubare il lavoro ad un uomo, che si trascinava per il numero di acciacchi.

Un pomeriggio d’inverno, davanti  al camino, Giovanni disse alla moglie.

“Ormai gli annunci non servono più. La scorsa settimana ne ho fatti solo sei. Questo tipo di lavoro è finito.”

“E che facciamo? Come mangiamo? Non abbiamo nemmeno la pensione!”

“L’unica speranza è quella di chiamare a Nicolino. Ci deve aiutare.”

“E certo! Io non ci voglio levare il pane da bocca a mio figlio!  Ma la situazione è difficile!”

Si recò al posto pubblico della Sip.

“Pronto…pronto….Nicolì so’ papà!”

“Papà…state tutti bene?”

“Si la salute non ci manca.”

“Meno male. Ho sentito che mi chiamavi e mi so’ preoccupato!”

“E si! Non è ne’ natale ne’ pasqua…..non è morto nessun parente…..ma è successa una cosa che ti dobbiamo dire.”

“Che è successo?”

“Nicolì…il mio lavoro l’ho perso. Non fa i bandi più nessuno e mi ci vogliono cinque anni per arrivare alla pensione sociale….Non abbiamo più che mangiarci io e tua madre!”

“Papà, io con i miei soldi ci campo tutta la famiglia e mi rimane un poco per qualche sfizio. Posso mandarti quello che rimane e pazienza…..la sera al posto di andare al bar vado a fare una passeggiata.”

“Hai capito Lina? “

“Povero figlio nostro. Pure il bar gli abbiamo levato!”

“Ma non sappiamo nemmeno se ci basta!….Noi ci proviamo a campà….ma se non basta?”

Dopo un paio di settimane, arrivò all’ufficio  postale del paese, la piccola rimessa economica mensile.

E quando arrivò il Natale: “Lina…la situazione ora è chiara….non ce la facciamo proprio. Ora inizia l’inverno, nemmeno il campo ci può aiutare. Che faccio? Ce lo dico a Nicolino?”

“E che scelta abbiamo?”

“E lui che può fare?”

“….Pronto! Nicolino!”

“Papà…come state?”

“Figlio mio…qui è triste. Per qualche mese abbiamo tirato avanti con i tuoi soldi e con il campo. Ora è inverno e stiamo in difficoltà!”

“Papà…io sapevo che finiva così…..in questi mesi ho pensato cosa fare….l’unica soluzione è quella di venire voi in Germania. …Qui stiamo tutti a casa mia. Così ce la possiamo fare. Siamo in sette ma ce la possiamo fare!”

“Dobbiamo andare in Germania?” Disse sconsolata Lina. “Io non me la sento.”

“Nemmeno io me la sento.” rispose il marito.

“E come facciamo?”

“Altre soluzioni non ce ne sono!”

“Ma io voglio morire al mio paese!”

“Anch’io!”

“E che facciamo? Rimaniamo qui e moriamo di fame?”

Andarono a parlare con il prete, Don Ferdinando.

“E che vi devo dire. Non avete altra scelta. Una strada il signore ve l’ha tracciata, la dovete seguire, anche se porta lontano.”

“Ma noi vogliamo stare al nostro paese, fuori ci sentiamo persi”

“Bisogna essere umili con se stessi. San Francesco ha passato la sua vita in giro. Voi non potete chiudervi in uno spazio calpestando la vostra vita.”

Calpestare la propria vita, contro il volere del signore?

Andare incontro ad una vita di stenti ed incerta?

Partirono per la Germania, ma portarono con sè tutti i riflessi del loro paese. Setacciarono la cittadina della Baviera, dove viveva il figlio, e passavano il tempo a ricostruire il paese simbolicamente in quel luogo.

Quando arrivò il tempo della pensione Giovanni e Lina tornarono in paese.

La gente: “Sono tornati. Il figlio li ha cacciati!!

“E’ logico! Lei è una donna impossibile, pettegola!”

“Lui beve!”

“Lei è cattiva!”

“Lui voleva comandare a casa del figlio!”

“Si saranno vergognati di padre e madre così straccioni!”

“Lui è pure malato!”

“Che persone!”

Giovanni, assiso intorno ad un caminetto, disse una sera a Lina.

“Meno male che siamo tornati.”

“Si al mio paese mi sento il cuore pieno.”

“Anche a me, ora posso respirare….. qui siamo al nostro paese e tra la nostra gente. Finalmente”

“Si, la nostra gente.”


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