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Tre anni fa uccise il padre perché picchiava la madre. Ora è libero
10 Feb 2014 22:10

Aveva fatto irruzione nella propria abitazione simulando una rapina per uccidere il padre a coltellate per proteggere la madre dalla percosse alla quale l’uomo la sottoponeva.

Adesso, dopo due anni e sei mesi di messa in prova, il Tribunale dei minorenni ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per estinzione del reato nei confronti di un giovane e di un suo amico che lo aveva aiutato facendo irruzione insieme a lui con una pistola giocattolo. L’omicidio fu commesso il 4 febbraio 2011 a Nicotera ed i due giovani furono subito arrestati dai carabinieri.

I legali dei due ragazzi, gli avvocati Giuseppe Di Renzo e Guido Contestabile, chiesero ed ottennero dal Tribunale dei minori di Catanzaro la messa in prova per entrambi gli imputati che stabilisce la sospensione del procedimento penale in corso, con la relativa estinzione della pena e la conseguente remissione in libertà per entrambi i giovani nel caso di esito positivo al termine del percorso riabilitativo di tre anni anche se in questo caso il termine era stato abbassato a due anni e sei mesi.

Gli operatori minorili, al termine del periodo, hanno espresso un giudizio positivo del periodo di osservazione nel corso del quale i due hanno radicalmente modificato le proprie abitudini di vita mediante l’inserimento in un contesto sociale differente rispetto a quello d’origine.

E così, il Tribunale ha preso atto dei progressi raggiunti che attestavano sensibili miglioramenti del rendimento scolastico, un costante svolgimento di attività lavorativa e l’assidua partecipazione ad iniziative di pubblica utilità, decidendo, dunque, per la fine della messa in prova che è stata comunicata ai ragazzi, che in questi due anni e mezzo sono stati in comunità di recupero del Potentino e del Catanzarese


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