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I padroni dell’acqua si aumentano lo stipendio con le promozioni. Senza concorso
04 Giu 2013 08:48

Promozioni e avanzamenti di carriera fulminei: dal terzo all’ottavo livello in un batter di ciglio, senza concorso e con aumenti di stipendio fino a 500 euro al mese. È quanto previsto, nel piano di riordino della pianta organica, dal Consiglio di amministrazione della Sasi, società che gestisce il servizio idrico integrato in 92 Comuni della provincia di Chieti.

Piano predisposto insieme ad uno studio legale di Bologna – quindi altri soldi buttati per la consulenza esterna – e che sarà presto presentato ai sindacati: Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono stati infatti convocati a Lanciano, dove la Sasi ha sede, per il prossimo 6 giugno. Sono 150 i dipendenti Sasi. L’idea del Cda è di ‘regalare’ una valanga di promozioni e di qualifiche sul campo.

La rivisitazione dell’organigramma, infatti, prevede la creazione di almeno 40 responsabili di settore e di quadri, pari ad un terzo del personale e alcuni saranno responsabi li di se stessi, dato che non avranno alcun subalterno a cui dare disposizioni. Tutto ciò, tradotto in denaro, significa un aumento annuo immediato di spesa di circa 300 mila euro, e a regime di 400 mila euro. Alla faccia del rigore e della riduzione della spesa pubblica. E per i cittadini, che in questi anni hanno subito un aumento progressivo della bolletta, saranno altri costi. La Sasi serve 150 mila utenti e si occupa di acquedotti, fogne e depurazione. Il Cda è presieduto da Domenico Scutti, Pd. Gli altri membri sono Giuseppe Di Vito, sempre Pd, e Vincenzo Palmerio, Udc.

Il loro mandato scade a fine giugno e probabilmente intendono incassare il sì alla proposta di nuova pianta organica, prima che le poltrone che occupano vengano messe in discussione. Mentre per un gruppo di lavoratori sono previste promozioni e aumenti mirabolanti di stipendio, tanti altri resteranno ancora ad aspettare di essere stabilizzati tramite concorso pubblico. Tutto questo mentre Pierluigi Caputi, commissario unico del servizio idrico integrato, denuncia a ripetizione sprechi e debiti delle società idriche abruzzesi, Sasi inclusa. Mentre la Sasi, invece di utilizzare al meglio il proprio personale, continua ad esternalizzare i servizi, perdendo in efficienza e con aggravi notevoli di costi di gestione. Mentre diverse imprese di manutenzione e ditte fornitrici reclamano da mesi di essere pagate. A questo punto, per fermare l’ennesima sveltina politica a scapito dei contribuenti e in una società a capitale pubblico, dovrebbero intervenire i sindaci.

Solo i Comuni, che sono sostanzialmente i proprietari della società, possono bloccare la pianta organica delle meraviglie.


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