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Se Alberto Angela dimentica un pezzo di #Sud
14 Ott 2015 08:05

Cronaca di una serata, entusiasmante prima e deludente poi. Come sempre succede quando ti senti vittima di una promessa non viene mantenuta. Mi è accaduto ieri sera.
Mio fratello mi chiama al telefono per invitarmi a guardare Splendori di Puglia, la puntata di Ulisse dedicata alla nostra regione. Mi preannuncia che di lì a qualche minuto la trasmissione si sarebbe occupata dei Monti Dauni.
Accolgo volentieri l’invito e mi precipito davanti al televisore. Alberto Angela, così come suo padre, mi piace molto. Li ritengo i migliori divulgatori scientifici italiani, un modello di giornalismo che si fa capire e che accresce culturalmente il pubblico.
La narrazione del conduttore è come sempre suggestiva e coinvolgente. Angela racconta una Puglia antica, e senza tempo, attraverso i suoi angoli e i suoi posti più esemplari: Castel del Monte, i Trulli di Alberobello, la magia delle grotte di Castellana, il fascino della la mamma più antica del mondo conservata nel Museo di Ostuni, le ceramiche di Grottaglie, e poi Bari: il riscatto sociale e culturale di Barivecchia, la ricostruzione del Petruzzelli.
Una Puglia fascinosa ed affascinante, sapientemente svelata dal grande divulgatore. Ma una Puglia parziale.
Dei Monti Dauni, neanche un’immagine.  Del Gargano, pure annunciato nel comunicato stampa di promozione della puntata, soltanto rapidi accenni e immagini belle sì, ma fugaci della costa. Si salvano i Grifoni Policromi di Ascoli Satriano, il Castello di Lucera, parzialmente la Cattedrale di Troa (ricordata per il rosone, ma non per i suoi straordinari exultet), Monte Sant’Angelo e le Isole Tremiti.
Neanche una parola su Grotta Paglicci e le sue prodigiose pitture rupestri, su re Manfredi e la sua Manfredonia. Neanche un richiamo alla predilezione di Federico II per Foggia, che eresse inclita sedes imperialis. Il capoluogo dauno è stato praticamente ignorato da Ulisse.

Così, quella raccontata da Alberto Angela è una Puglia bella monca, come spesso accade in questa regione che non riesce ancora a liberarsi dal suo antico toponimo al plurale, quando era le Puglie.

Sabato prossimo vedremo la seconda parte del viaggio pugliese di Ulisse, ma le speranze di un recupero della Capitanata sono del tutto remote, visto che la puntata sarà dedicata al Salento.
La promessa di percorrere “le strade che portano dal Gargano al Salento”, che si legge nel comunicato stampa ufficiale della redazione di Ulisse, non è stata mantenuta. Anzi è stata tradita.
Sono deluso ed amareggiato, e mi domando le ragioni di questa esclusione, di questo silenzio, così doloroso. da sapere di smacco.
La verità è che le strade percorse dalla redazione di Ulisse sono cominciate dopo l’Ofanto. Ed è giocoforza chiedersi se le scelte redazionali non siano state in qualche modo influenzate da ragioni, per così dire, politiche.
In un comunicato stampa diffuso dal GAL “Colline Ioniche” si apprende che la visita di Ulisse al Quartiere delle Ceramiche “è stata promossa da Pugliapromozione (l’agenzia di marketing territoriale della Regione Puglia, n.d.r.) con il contributo del GAL Colline Joniche e del Consorzio dei Ceramisti che hanno coordinato l’accoglienza e la visita della troupe televisiva. L’attività rientra in un progetto per la documentazione e la valorizzazione del secolare patrimonio della produzione delle cosiddette “ceramiche d’uso”. “
Non è la prima volta che Puglipromozione dimentica la provincia di Foggia. Ma non è neanche la prima volta che il territorio dauno si fa trovare clamorosamente impreparato nell’intercettare opportunità come quella offerte dal tour pugliese di Alberto Angela e di Ulisse.
E voi, cari amici lettori di Lettere Meridiane che ne pensate?

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