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Se il piccolo utente fa causa al colosso: il caso di due fratelli siciliani bloccati da Google
27 Set 2017 12:26

Due fratelli, Davide e Martino Giorgianni, da Rometta superiore, piccolo paesino del Messinese, hanno inferto un duro colpo allo strapotere delle multinazionali. Il colosso in questione, in questo caso, è Google e il primo dei due fratelli a cui è toccata la “censura” è stato Martino, 42 anni, al quale è stato chiuso, in maniera del tutto ingiustificata, il proprio account di distribuzione di App sul Play Store di Google.

Tra l’altro, Martino per aprire l’account aveva versato alla Google Payment Ltd la somma di 25 dollari che non gli è stata rimborsata dopo la chiusura. Il giovane siciliano, però, non si è perso d’animo e con l’assistenza dell’avvocato Andrea Caristi, del Foro di Messina, ha citato la Google Payments Ltd dinanzi al Giudice di Pace di Rometta per richiedere la restituzione della somma.

Google, attraverso lo staff del prestigioso studio romano e con ben quattro avvocati, di cui uno messinese come i fratelli Giorgianni , si è costituita in giudizio fornendo una sostanziosa memoria difensiva e sollevando numerose eccezioni di giurisdizione, asserendo la competenza dei Tribunali di Santa Clara (California) o del Regno Unito (Galles), ma nulla è valso a convincere il Giudice di Pace di Rometta che, ritenuta la sua competenza e giurisdizione, ha condannato il colosso a restituire a Martino i 25 dollari oltre al pagamento delle spese legali.

Senza dubbio, parlando di una piccola cifra, i 25 dollari pari a circa 22 euro, la questione è puramente di principio e rientra in quel dogma collettivo per il quale è impensabile che il piccolo utente del web sfidi il gigante informatico.   

La storia, però, si fa più complessa per quanto riguarda il contenzioso che porterà a giudizio a fine ottobre Google incorporated, quindi la società principale, contro l’altro fratello, Davide Giorgianni, talento dell’informatica di 32 anni e titolare della One Multimedia, bloccato cinque anni fa da Google.

Siamo nel 2012 e Davide, già sviluppatore di giochi di successo internazionale, crea un’app molto innovativa attraverso la quale visionare su device mobili Android un formato fino a quel momento non utilizzabile. Il genio informatico di Rometta, allora ventisettenne, realizza un sogno colmando un gap tecnologico mondiale. È un’associazione di tutela dei diritti audiovisivi che nota e segnala la novità a Google che, per tutta risposta, chiude l’account di Davide, impedendogli qualunque attività.

Il gigante di Mountain View finisce, così , per bloccare completamente i due fratelli di Rometta e, mentre si attende un probabile appello sul caso di Martino nel quale si proverà nuovamente a far leva sulla questione della sede di competenza del giudizio, avrà inizio l’altro processo contro Davide.

 


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