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Sporcizia, strumenti vecchi e prof precari. Viaggio nel degrado del Conservatorio di Napoli
15 Set 2014 09:54

Una delle più prestigiose scuole musicali d’Italia, il Conservatorio di Napoli, uno dei più antichi del mondo, versa in grandi difficoltà economiche e gli studenti lanciano un appello per salvarla dal degrado. “Hanno studiato qui alcuni dei più grandi nomi della musica classica e del panorama internazionale, non può finire così”, dicono. A versare in condizioni critiche è in generale tutto il complesso di San Pietro a Majella, commissariato alla fine del 2012 a seguito di un’ispezione amministrativa, ma il grido degli studenti si alza in particolare dalla Scuola di Jazz del conservatorio, che si trova – per stessa ammissione dei vertici dell’istituto – in condizioni fatiscenti e anche pericolose per la sicurezza dei ragazzi.

Tre sole stanzette in locali fatiscenti per quasi 100 studenti, niente acqua, niente bagni, sporcizia, strumenti vecchi e scordati, professori precari che non riescono a garantire il numero di ore di studio previste – affermano gli studenti – Sono condizioni vergognose e poi rischiamo di far uscire diplomati impreparati, di rovinare il buon nome del conservatorio, di far ridere ancora una volta l’Europa: basti pensare che il principale sbocco lavorativo dei diplomati è, paradossalmente, l’insegnamento. E che insegneranno mai se hanno studiato così?“. “Siamo di fronte a un declino inarrestabile – fa eco un docente – speriamo che il ministro (Stefania Giannini, ndR) riesca a fare qualcosa“.

I ragazzi hanno ragione – ammette il commissario Achille Mottolala situazione in Conservatorio è diventata insostenibile. Chiamare aule le stanze riservate agli studenti di jazz è vergognoso. La cosa più brutta e pericolosa è il terrazzo che conduce alla casetta del custode, lo spazio utilizzato per le lezioni. Le mattonelle non sono a norma e con una leggera pioggia è facile scivolare. Per non parlare degli strumenti musicali: buttati lì alla rinfusa, non si conosce neppure il valore dei pianoforti“. “Mi prendo un impegno – dice con convinzione – Entro novembre, data in cui inizia l’anno accademico, gli spazi saranno recuperati e funzionali. Ho preparato una delibera commissariale per la progettazione di lavori straordinari e ho chiesto al direttore di spostare i corsi che si svolgono lì in altre aule con una turnazione. Per i lavori mi sono rivolto all’Ufficio tecnico della Provincia di Napoli, se non dovesse accettare ci rivolgeremo al Provveditorato alle opere pubbliche. Oltre agli interventi strutturali (per esempio aprire una porta interna per non attraversare il terrazzo) bisognerà provvedere alla pulizia e alla disinfestazione. Li tartasserò, gli starò dietro per verificare che i lavori siano ultimati in tempo“.

Il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, che ha sede nell’antico Convento dei Padri Celestini, ha una storia lunga 187 anni. Ospita, tra l’altro, una prestigiosa biblioteca in cui si conservano manoscritti e stampe rare come autografi di Alessandro e Domenico Scarlatti, Pergolesi, Paisiello, Cimarosa, Rossini, Bellini, Donizetti e altri. Due opere e un manoscritto di Mercadante sono stati rubati in questi anni. Ciononostante il prestigio di cui gode il Conservatorio è ancora altissimo: nel luglio scorso, ad esempio, l’ambasciatore d’Italia a Londra, Pasquale Terracciano, ha inaugurato il semestre italiano di presidenza Ue con una serata che ha avuto per protagonisti i giovani musicisti del conservatorio a Westminster.


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