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Un pinguino sulle spiagge del Salento
07 Mag 2016 08:25

Sembra una boutade, una provocazione, un’irriverenza scientifica. Invece il nobilissimo National Geographic, pubblica nel numero di maggio un articolo dove si fa riferimento ad una circostanza particolare.

Entriamo nel dettaglio. Le giornaliste scientifiche Anna Rita Longo e Lisa Signorile, descrivono la storia di un animale, un uccello, ma equivalente boreale del pinguino. Si tratta dell’Alca impenne o Pinguinus impennis, parente delle gazze marine.

Senza scendere nelle specifiche della scienza, si può dire che nel paleolitico, si erano create sulle coste pugliesi delle condizioni per la vita di animali che prediligono climi freddi. Ciò a causa di una glaciazione che interessò la zona diecimila anni fa.

Per averne traccia di tali animali, uno dei siti archeologici fondamentali, è la grotta pugliese denominata Romanelli. Qui sono state trovate tracce interessanti e nel museo di Maglie è conservato il calco di due ossi dell’uccello.

Gli studi procedono coordinati anche dalle università, per capire l’eventuale vita dell’Homo Neanderthalensis e dell’Homo Sapiens. Così un giorno, seguendo tali orme, potremo magari sapere la sorte di questi pinguini salentini. Forse un po’ sfortunati.


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