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A #Bari i #libri crescono
15 Set 2015 07:01

Si è inaugurata nei giorni scorsi a Mola di Bari la nuova sede della libreria indipendente Culture Club Café.

In tempi di crisi editoriale, in una Regione non ai primissimi posti nelle statistiche per  lettori, questa piccola realtà della provincia barese gestita da Domenico Sparno – Mimmo per gli amici – passa da 70 metri quadri a 220, con un catalogo di titoli che aumenta da 500 a 9000 volumi. Ampi spazi dedicati alle presentazioni, ai piccoli lettori, alle degustazioni letterarie, alle novità editoriali, e un via vai continuo di lettori, amici e curiosi sin dal primo giorno.

Il progetto del Culture Club Café nasce nel 2012 grazie a un sodalizio tra Mimmo, giovanissimo ex calciatore, e Annella Andriani, operatrice culturale. Grazie al progetto Urban promosso dalla Comunità Europea e dall’Amministrazione comunale, inventano in un paese senza librerie, un piccolo spazio affacciato sul mare che in poco tempo diventa un polo culturale all’interno della cittadina e dell’intera provincia.

In poco tempo la libreria diviene frequentatissima, ottiene il riconoscimento dei Presidi del libro, si rivela un incubatore per nuovi scrittori, me compresa, istituisce un premio letterario, organizza circa 50 presentazioni l’anno, con scrittori e giornalisti di grande rilievo ma anche scovando nomi nuovi e scommettendo sugli esordienti e sulle piccole case editrici del territorio. Diventa un microcosmo culturale, dove in tanti si fermano a farsi consigliare un libro da Mimmo o a conversare di arte, letteratura e politica con Annella, in un salottino magico e sempre affollato dove può capitare di incontrare personaggi del calibro di Don Andrea Gallo, Enzo Del Re, Kaled,  Umberto Galimberti, Vinicio Capossela. C’è sempre qualcuno pronto a offrirti un rosolio fatto in casa, una focaccia, un vassoio di pastarelle.

Ma le cose cambiano e un paio d’anni fa come talvolta accade anche per i grandi amori, il sodalizio tra Mimmo e Annella si è interrotto, anche se le conchiglie con i loro nomi incisi sono rimaste nella vetrinetta del bancone fino al giorno di chiusura della vecchia sede, perché la storia dei luoghi e delle idee non può e non deve essere cancellata. Va ricordata e raccontata. Nulla vieta però che se ne possa scrivere una nuova.

E’ quello che ha deciso di fare Mimmo, investendo coraggiosamente sul suo futuro e su quello di un intero territorio.

A lui vanno tutti i nostri auguri per continuare a fare cose belle.


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