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La notte della Taranta eccellenza del Sud
28 Ago 2013 07:53

Onore al Salento e alla capacità di rendere la cultura un volano per la crescita e lo sviluppo del territorio. La Notte della Taranta si conferma un grande successo di pubblico: 150 mila spettatori al “Concertone” finale di Melpignano.

Un evento che ha saputo recuperare la tradizione musicale locale rendendola “globale”, con i ritmi della Taranta che hanno valicato il Sud e gli stessi confini nazionali, per diventare fenomeno musicale e culturale, anche all’estero.

Una vittoria culturale del Sud che ha dimostrato come – anche in periodo di crisi – la cultura, le tradizioni e i luoghi possano diventare strumento di promozione e di crescita del territorio.

Il segreto è il mix perfetto tra qualità dell’offerta culturale, promozione e organizzazione. Ma al centro di tutto c’è sicuramente il fenomeno della Taranta, che con il suo “trittico” di musica, ritmo e danza, si è ricavato una nicchia importante nel panorama della “globalizzazione” musicale.

Il “Tarantismo” ha attirato anche musicisti come Goran Bregovic e Giovanni Sollima (quest’anno maestro concertatore a Melpignano e autore dell’intro originale al Concertone, scritto sull’Antidotum tarantulae, testo del ’600, del gesuita Athanasius Kircher).

Alla Taranta e alla musica popolare guardano da anni anche artisti come Vinicio Capossela ed Eugenio Bennato (quest’ultimo autore di “Notte del Sud ribelle”, brano di chiusura del ‘pre-concertone’ delle 19) e non mancano le sperimentazioni Pop.

E se per Emma Marone, la presenza di quest’anno a Melpignano, rappresenta una sorta di ritorno alle origini e alla musica dell’infanzia, il gran finale della Notte della Taranta ha attirato anche artisti come Alfio Antico, Niccolò Fabi e Max Gazzè, tutti protagonisti sul palco di Melpignano per una rivisitazione di 34 classici della tradizione salentina, accompagnati dalla musica Gipsy di Roby Lakatos, violinista ungherese.

I ritmi della pizzica salentina, insomma, ormai sono entrati a far parte delle contaminazioni della “World Music”.

Ma tutto parte dai racconti popolari, dalle credenze che volevano il “tarantismo” una malattia provocata dal morso della tarantola. L’antidoto al veleno erano la musica e la danza: il ritmo battente e accelerato dei tamburi, i movimenti sfrenati del malato diventano una sorta di rito propiziatorio in grado di allontanare gli effetti del morso del ragno.

Gli stessi ritmi e le stesse danze che oggi portano a Melpignano 150 mila persone e che fanno della pizzica salentina e della Notte della Taranta una vera e propria eccellenza del Sud.

 


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