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La passerella perfetta: il Giro 101 termina a Roma tra sorrisi, abbracci, emozioni
28 Mag 2018 10:23

3.562,9 Km è il bilancio totale dei chilometri percorsi dai corridori nella 101esima edizione del Giro di Italia, conclusosi oggi a Roma. Un evento spettacolare e attesissimo, nella splendida cornice di Via dei Fori Imperiali, dopo un suggestivo circuito cittadino, affrontato solo 3 volte nella storia (1911, 1950, 2009), passerella perfetta dopo tre settimane entusiasmanti. Quello a cui abbiamo assistito è stato un successo enorme di pubblico ed un turbinio di emozioni, terminato con l’attesa volata che ha visto trionfare Sam Bennett davanti alla Maglia Ciclamino Elia Viviani.

 

Il Giro unisce veramente tutti, dai tifosi giunti da tutta Italia, ai ciclisti amatori che dalle prime ore del mattino provano il circuito dei professionisti, dai giornalisti ai familiari dei corridori, dai fan club ai semplici curiosi. È un evento totalizzante che racchiude tutte le meravigliose facce di questo sport. Spettacolare l’affetto e la passione che si riscontra sulle strade, da brividi l’applauso riservato a tutti gli atleti, indistintamente. È una corsa che unisce, in nome della fatica e del rispetto e lo si vede negli occhi dei ciclisti che si abbracciano, complimentandosi tra loro, durante questa passerella finale. Lo si vede nella disponibilità di tutti a farsi fotografare, nei sorrisi, nelle risate, nei brindisi, sia in corsa che al termine.

Amore Infinito, è lo slogan della Corsa Rosa, un motto che descrive perfettamente quello che si provava lungo le strade di Roma oggi. L’ho avvertito nella vera e propria festa dei tifosi ecuadoriani e colombiani, in tantissimi ad osannare, rispettivamente, Richard Carapaz e Miguel Angel Lopez (vincitore della Maglia Bianca come miglior giovane); negli applausi scroscianti a Giuseppe Fonzi, vincitore della Maglia Nera come ultimo classificato e costantemente accompagnato dal boato dei tifosi sulla celebre colonna sonora di “Happy Days”. L’ho avvertito, soprattutto, nello sguardo emozionato e nel sorriso di Christopher Froome, vincitore di questa edizione, diventato il primo britannico della storia a salire sul gradino più alto del podio. Una vittoria confezionata dopo un’impresa storica, con un attacco d’altri tempi sul Colle delle Finestre, e impreziosita dalla conquista della Maglia Azzurra come miglior scalatore, accoppiata che mancava dall’edizione 1998, vinta dall’indimenticabile Marco Pantani.

Osservare i volti stanchi ma soddisfatti dopo 21 giorni di fatica, subito dopo la linea di arrivo, è stata un’emozione fortissima. Poter assistere agli abbracci, sentire le parole e stare al centro della carovana e delle ammiraglie è stato impareggiabile. Veder esultare senza contegno alla radiolina del team un compagno di squadra di Bennett, dopo la vittoriosa volata, è stata una tra le immagini più significative della giornata. Un momento intenso che testimonia tutti gli insegnamenti che il ciclismo sa dare: l’unione indissolubile tra capitani e gregari, tra passione e sacrificio, tra sport e rispetto.  (Emilio Picciano)


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