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L’#architetto che sogna la rinascita di #Bagnoli. “E’ una questione d’#orgoglio”
03 Ago 2015 07:12

Lavora a Roma ma non si sposta da Bagnoli. Gaetano Troncone, architetto, tramite la FondazioneTroncone raccoglie e rilancia idee per il rilancio urbanistico di Napoli tramite iniziative come Natale di Parthenope.

Perché è così attaccato a Bagnoli?
«Una questione d’orgoglio: ho 42 anni e da quando ne avevo 20 si parla di rilancio dell’area. Non vado via finché non sarà realizzata».

Tre anni fa lei portò a Napoli il vicesindaco di Bilbao, l’architetto Ibon Areso Mendiguren, per illustrare la loro riqualificazione urbana. Può essere quello il modello?
«Come pianificazione economica e capacità di realizzazione sì, ma Bagnoli ha molto di più, grazie all’attrattore mare».

Spiaggia o colmata, qual è la sua idea?
«Ogni valutazione va fatta tenendo conto di dati, costi, risorse, opportunità. Mi auguro si possa dire di sì a entrambe. Entrambe sono già lì e vanno riqualificate. La colmata in particolare può diventare l’attrattore di Bagnoli, area che sarà volano per la città».

Con quali funzioni?
«Si vedrà: produttive, residenziali, il porto turistico. Ma, qualunque sarà la scelta, va spezzato l’isolamento di Bagnoli con reti su ferro e strade. Penso a un tunnel da via Giochi del Mediterraneo e a un collegamento rapido con la Tangenziale».

Non è lontana, da Agnano?
«C’è un progetto per il collegamento. Inoltre la nuova Bagnoli va messa in contatto diretto con l’ex Nato prolungando via Ferrara, che adesso è una strada cieca».

Ma se portiamo tante auto a Bagnoli non la ridurremo a un parcheggio?
«Dovrà esserci anche la metropolitana, interrando la linea attuale anche per abbattere quel muro che oggi divide vecchia e nuova Bagnoli. Naturalmente immagino una linea moderna, funzionale, che resta aperta per almeno 18 ore al giorno. Ma un’area vive se è raggiungibile con tutte le modalità di trasporto».

Si è discusso molto del parco oggi previsto per Bagnoli, da alcuni giudicato troppo esteso, da altri un necessario polmone per tutta l’area metropolitana. Lei come la vede?
«Il verde deve caratterizzare Bagnoli, non c’è dubbio, tuttavia in un parco possono coesistere attrattori economici, anche per arrivare a un modello di gestione che non pesi sulle casse comunali».

Se a Bilbao è indubbiamente il museo Guggenheim, quale può essere il simbolo per Bagnoli?
«L’uomo quando realizza delle cose deve stupire il mondo. Cattedrali nel deserto non ne vanno fatte. Penserei a un contenitore che si possa rigenerare a seconda delle necessità. Però non dimentichiamo il fattore-tempo: sono già trascorsi quattro ”piani quinquennali” senza che si muovesse granché…»


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