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L’universo sentimentale dei #migranti che ci vivono accanto
23 Mag 2015 06:42

Sono proprio le immagini di una bellezza senza tempo, come quella dei campi di grano di Capitanata, a riequilibrare le paure e le solitudini che vivono negli sguardi persi nel vuoto dei quattro protagonisti di ‘leviteaccanto’, un film di Luciano Toriello prodotto da Seminal Film di Alessandro Piva e presentato di recente in prima assoluta in casa da Questioni Meridionali –free zone nell’Auditorium Santa Chiara di Foggia.

Quattro vite, quattro storie, quattro miscugli di ingredienti non perfettamente decifrabili, ma dai sapori decisi e spiazzanti. In leviteaccanto quattro immigrati di Borgo Mezzanone, dalle personalità completamente contrapposte, sono appese al chiodo della speranza e ammazzate dalla nostalgia, mentre stentano a condurre una vita diversa, troppo vicina alla nostra,  ma esageratamente lontana dalle loro famiglie e, soprattutto, dai loro figli.

Non se la sono sentita nemmeno di dare un miserrimo spazio alla  superficialità nelle aspre realtà denunciate in leviteaccanto – Luciano Toriello e Annalisa Mentana, la coautrice del film documentario (entrambi di Lucera) –  inserito nella sezione ‘Cinema e Realtà’ del 16º Festival del Cinema Europeo di Lecce,  che ha ospitato l’opera prima degli autori lo scorso 15 aprile nella sala 2 del Multisala Massimo.

Ci son voluti più di due anni per girare il film, realizzato con il sostegno di Apulia Film Commission e il contributo del Comune di Manfredonia. Ci son voluti sforzi e azzardi psicologici imponenti per entrare nella sfera intima di giovani donne e uomini migranti che, con coraggio e sangue freddo, hanno messo a nudo le loro emozioni di fronte ad una telecamera, magari al tramonto e  al rientro dal lavoro in bicicletta passando in mezzo ai campi;  o prima di salire sulla linea autobus 24 barrato, lìdove  i passeggeri si assentano completamente dalla realtà che li circonda chiudendosi in un assordante silenzio, mentre lo sguardo si perde – al di là del finestrino – in  un mondo  che non gli appartiene’.

In 52 minuti, gli autori di leviteaccanto mettono con le spalle al muro ogni diversità, dando spazio all’universalità dei sentimenti: non ha un colore diverso  il dolore di Roger, il ragazzo ivoriano che ha un desiderio smisurato di vedere com’è diventata la sua piccola Marie Grecies; non è diversa da quella di molti genitori italiani, l’ottica della famiglia dell’indiano Peropkar, ambito sposo per un classico matrimonio di convenienza; non segue una politica diversa da quella tricolore la determinazione del somalo Farhan, deciso ad istruirsi per raggiungere l’integrazione definitiva in società; è incondizionato come quello di tutte le mamme del mondo, l’amore che Blessing nutre nei confronti dei suoi figli in Nigeria e dell’ultimo che ha concepito in Italia con la sindrome di Down.

Da Lucera a Padova. leviteaccanto arriva tra i film finalisti di EtnofilmFest, la mostra del Cinema Documentario Etnografico che avrà luogo a Monselice (Padova) dal 20 al 28 di giugno.


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