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Mafia, miracoli e amore. Film siciliano a Cannes
18 Mag 2013 08:30

L’idea è bella quella di unire mafia, miracolo e amore con una storia semplice dalle tinte noir e piena di silenzi.

È quello che racconta con una certa grazia ‘Salvo’ opera prima di amore e mafia dei due scrittori, sceneggiatori e registi siciliani, Antonia Piazza e Fabio Grassadonia che arriva al Festival di Cannes a la Semaine de la Critique, il primo film con le insegne italiane sulle croisette.

“Un killer di mafia, Salvo (Saleh Bakri), entra in una casa per assassinare un uomo, ma lì incontra Rita (Sara Serraiocco), sorella cieca dell’uomo che deve uccidere. Lei tenta di salvare il fratello, ma non ci riesce. I due lottano e, come per miracolo, a Rita torna la vista. E il killer non l’abbandona più”.

Così lo stesso Antonio Piazza parla del suo film. Una storia che, specifica ancora Piazza, “racconta, in modo originale, un modo possibile di entrare in contatto oggi a Palermo tra due persone diverse, ma che parla anche di libero arbitrio. Non solo, attraverso il miracolo Rita vede per la prima volta, ma anche Salvo è come se vedesse per la prima volta in vita sua”. In realtà questo film pieno dei silenzi del protagonisti mette in scena un amore singolare e impossibile, quello che unisce questo spietato killer di mafia dalla faccia di pietra e una donna alla quale ha ucciso il fratello, ma, allo stesso tempo, ha anche donato la vista. Salvo, comunque, non fa quello che la sua deontologia criminale gli imporrebbe: uccidere la donna tanto più perché sta riacquistando la vista. Anzi fa esattamente il contrario.

Si ritrova a proteggerla e a nasconderla a rischio della sua stessa vita. Insomma c’è un piccolo-grande miracolo anche per lui. Salvo che ha la splendida fotografia di Daniele Ciprì ha tra protagonisti non solo l’attore palestinese Bakri, già interprete di Elia Suleiman e l’esordiente Sara Serraiocco, ma anche Luigi Lo Cascio nel ruolo di un fin troppo rispettoso affittacamere di Salvo.

Questo film così singolare sulla mafia, nasce dalla volontà dei produttori Massimo Cristaldi e Fabrizio Mosca che avevano letto entrambi la sceneggiatura di Salvo come giurati del Premio Solinas e che anziché contendersi il progetto hanno deciso di realizzarlo insieme. Da qui undici fonti di finanziamento per coprire un budget limitato (1,1 mln di euro) che tuttavia consentisse agli autori di operare in una cornice artistica di rilievo, senza gli apporti finanziari che tradizionalmente rendono possibili i film in Italia, un percorso necessariamente europeo di sviluppo e di reperimento di fondi.


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