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Dopo i colpi di cannone, lei capì
08 Gen 2015 09:10

Avevano puntato un cannone, dal paese vicino, con i gradi giusti per colpire la piazza. A dieci chilometri di distanza.

Erano proprio bravi i tedeschi a massacrare. E in quel luogo c’erano tanti bambini, le loro madri e uomini consunti dal tempo.

Erano le undici del mattino, in un paese del Sud posto sulla linea dell’esercito tedesco, in rotta dalla Sicilia.

Il sole era adombrato, tirava vento da est, i giorni precedenti avevano bagnato le campagne rendendole inaccessibili. Gli ultimi tedeschi avevano lasciato il paese due giorni prima.

Si erano presentati ad iniziò settimana ed avevano intimato al podestà di far consegnare tutte le armi in possesso dei cittadini. Poi avevano proceduto ad una perquisizione dei negozi, a caccia di cose a loro utili.

I contadini avevano nascosto i maiali, così le famiglie dei benestanti del posto, che avevano dimezzato i loro granai e messo in salvo le cose più preziose.

Arrivò il primo colpo di cannone e lacerò un palazzo gentilizio. La gente era meravigliata, disorientata, spaventata. Un botto tremendo, che squarciò l’aria provocando uno spostamento di essa.

Dopo quindici secondi un secondo colpo, che andò a conficcarsi in un’altra costruzione, provocando un piccolo crollo interno. I componenti della casa la scamparono, ma per puro miracolo.

A quel punto ci fu un fuggi fuggi generale.

Il piccolo Nicola poteva raggiungere casa, ma uno zio che lo accompagnava reputò meglio ripararlo in altra posizione.

Maria era intenta a riempire conserve quando sentì i due boati. Il riflesso andò subito al suo Nicola e corse in strada per capire cosa fosse successo.

Vide gente allontanarsi dalla piazza e corse verso quel luogo. Sapeva che il suo piccolo era andato con lo zio in una cantina situata a pochi metri dallo slargo.

Aveva il cuore in gola e quando arrivò nel bel mezzo di essa, si trovò davanti a tre corpi distesi sul selciato. Corse verso quello di un bambino.

Questi aveva la guancia riversa sul selciato, lo guardò ma non era Nicola.

Arrivò un terzo colpo, poi un quarto.

Maria era nel mezzo della piazza a cercare il suo scricciolo. Voleva essere sicura che non ci fosse e setacciava ogni angolo. Poi qualcuno la prese di forza con mani possenti e se la caricò sulle spalle.

Lei non capiva, era stordita e si trovò in uno scantinato semibuio.

“Ma siete impazzita!”

La donna guardò in faccia l’uomo e riconobbe il cancelliere della pretura.

“Ma io devo trovare Nicola! Dov’è Nicola?”

“Così come stavate facendo, rischiavate di farlo rimanere orfano!”

Un altro colpo scosse l’aria.

Ma cosa sta succedendo?”

“Sono i tedeschi. Sparano da qualche parte. Hanno piazzato i cannoni e ci stanno bombardando”.

“E perché? Non se erano andati?”

“Ma questi sono delle bestie. Sanno di perdere la guerra e hanno perso la testa. Sono convinti che qui sono arrivati i canadesi, ma in paese non c’è traccia.”

La donna aveva recuperato un barlume di cognizione. Quell’uomo autorevole e sicuro nel parlare, aveva dato un po’ di tregua alla sua ansia.

“Il mio Nicola era uscito con lo zio, l’autista degli autobus, e andavano da mia sorella, sotto la chiesa dell’Annunziata”.

“Vedrete che sarà al sicuro, conosco l’autista, è un uomo esperto.”

“Certo, Tonino è un tipo che ne ha vissute tante…”

“Appunto, state calma.”

Si ascoltarono altri due boati.

“Ma voi siete il cancelliere”.

“Si”

“Avete figli?”

“Si ne ho uno. Ma non è qui. L’ho avuto con una donna che poi è fuggita e l’ho affidato a mia sorella, che vive a Napoli.”

“Non lo voleva?”

“Non eravamo sposati. Lo considerava il figlio della colpa. Lo ha avuto e poi si è chiusa in un monastero. Ma per me è come se fosse fuggita.”

“Un monastero?”

“Si, ha detto che andava ad espiare per tutta la vita.”

“Ed ha lasciato un figlio?…..”

L’uomo non rispose e abbassò lo sguardo.

Erano passati minuti senza fragori. Forse il cannoneggiamento era finito.

I due aspettarono altri dieci minuti in silenzio, poi il cancelliere fece un cenno con la testa indicando l’uscita.

Maria guadagnò il sole e quando rivide la la piazza si mise a correre verso casa della sorella. Senza curarsi più dell’uomo.

Qui trovò Nicola e lo zio.

L’abbraccio tra madre e figlio fu interminabile. Lacrime e forza fisica lo resero indimenticabile.

Tonino l’autista le disse: “L’ho nascosto in una stalla sotto il vicolo del forno. Li’ eravamo al sicuro.”

Dopo qualche ora arrivarono notizie dal paese vicino. I tedeschi erano andati via. Ma stavano facendo saltare in aria tutti i ponti.

Maria dopo qualche giorno, mentre portava il pane a cuocere al forno, incontrò il cancelliere.

“Scusatemi eccellenza, se l’altro giorno non vi ho salutato e ringraziato.”

“Non vi preoccupate. L’importante è che suo figlio sta bene.”

“Si, ma mi dispiace per quelle tre povere anime morte in piazza.”

L’uomo strinse le labbra e annuì. E la donna continuò: “Comunque la storia che mi avete raccontato …. quella di vostro figlio, mi ha fatto molto pensare. Una grande domanda per quella donna – espiare il peccato e salvarsi l’anima o badare al proprio bambino?”

E lui: “Il gesto di quella donna, per me, è stato solo un atto di egoismo. Ha usato Dio per fuggire le sue responsabilità.”

Maria era un po’ confusa.

“Sentite, io ora vi dico una cosa. Ma non ci vedremo mai più e custoditela nel vostro cuore. Voi siete una persona seria, mi fido. Nicola è nato senza volerlo perché concepito fuori dal matrimonio. Solo chi mi sta molto vicino ha fatto i calcoli ed ha capito questa situazione. Anch’io volevo fuggire. Anch’io ho fatto i conti con Dio. Ma sono rimasta, ho sposato mio marito. Comunque ho guardato Nicola sempre come il figlio del peccato. Non l’ho mai amato. Sino a quei colpi di cannone. Quando ho visto quel bimbo sventurato con la faccia per terra sulla piazza, mi sono sentita morire. Credevo fosse lui.  Allora ho capito che Nicola è quasi tutto per me e che feci la scelta giusta.”

N.d.A. La realtà ha ucciso tre vite e ne ha restituite due. Ma quanti danni ha perpetrato la religione sopratutto nel Sud? L’arretratezza culturale ha deviato la logica dei comportamenti, ha inciso su vite non strutturate psicologicamente, ha fatto sembrare giuste tante situazioni che meritavano riflessione, ha dato la stura ad atti impulsivi.

Ma un dato positivo sicuramente lo ha avuto, essa ha sopito molta violenza spicciola.


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