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Vendola contro il magistrato: “Si candida a sindaco di Bari? Un bene per la magistratura”
29 Lug 2013 07:50

”Una ‘discesa in campo‘ da cui la politica non guadagnerà, la giustizia certamente sì”.

Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, commenta in una nota la lettera aperta dell’ex pm barese Desirèe Digeronimo, trasferita dal Csm a Roma, nella quale il magistrato lancia accuse al governatore pugliese (da lei indagato e poi prosciolto), ipotizzando una sua eventuale candidatura in un prossimo futuro a sindaco di Bari.

”Mille volte ho sospettato – dichiara Vendola – che il suo accanimento nei miei confronti fosse motivato anzitutto da vanità, sebbene piuttosto crudele. Oggi finalmente appare la verità. Dunque, era solo una lunga clandestina campagna elettorale per una sorprendente ‘autocandidatura’ quella che spingeva le azioni della dott.ssa Digeronimo”.

Quella del pm Digeronimo, prosegue Vendola, è ‘‘una lettera ai ‘cittadini baresi’ proveniente da un magistrato tuttora in servizio a Bari, che non disdegna di esibire la propria ‘folgorazione’ per la politica. Lo fa con esibita ostilità nei confronti della mia persona. Lo fa, ed è la cosa che appare più paradossale e imbarazzante – prosegue Vendola – con ostilità nei confronti della funzione giudiziaria, che tutti i cittadini vorrebbero esercitata da uomini e donne equilibrati e sereni. Che la dott.ssa Digeronimo non sia stata terza e serena nei miei confronti, io lo so bene e la sua lettera una volta di più lo conferma”.

”Oggi capisco – continua il governatore della Puglia – che non è serena nemmeno con il Csm, che ne ha decretato all’unanimità l’incompatibilità, imponendole di fatto il trasferimento. E non è serena neppure con i suoi colleghi, pm e giudici. Per cinque anni ho bevuto un calice amaro, ma sono stato sempre ossequioso verso le istituzioni giudiziarie e mi sono difeso nei processi uscendone sempre a testa alta. È vero: mille volte ho sospettato che il suo accanimento nei miei confronti fosse motivato anzitutto da vanità, sebbene piuttosto crudele. Oggi – conclude Vendola – finalmente appare la verità”.


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