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La storia di Jessica, la giovane tessitrice: tra radici, promesse e passioni
16 Dic 2018 18:30

La storia di Jessica può essere considerata un po’ come l’esempio plastico della volontà di rimanere nei posti in cui si nasce. Nonostante la vuotezza e l’immobilismo della politica, nonostante l’assenza pressoché totale di prospettive, nonostante sia evidente il calo quotidiano del numero di persone intorno a sé, peculiarità di tutti i comuni del Centro Sud, e di certo di quelli dell’Alta Irpinia.

Jessica Tartaglia ha solo 22 anni,ma la sua storia e le sue idee sono già parecchio chiare. Sua zia, Sandra Luongo, aveva aperto un laboratorio di tessitura artigianale nel pieno centro di Bisaccia, in provincia di Avellino. Era – ed è tuttora – l’unica in tutta la Campania. Sandra, stimatissima per il suo lavoro e per la sua bontà, è purtroppo mancata a inizio 2016, a 41 anni, a causa di un male che non le ha dato scampo. Ma sapeva che sua nipote avrebbe proseguito il suo cammino.

“La vedevo tessere e mi sentivo rapita da quell’arte”. Jessica aveva sempre seguito sua zia, dalla quale aveva carpito prima i rudimenti e poi i primi segreti di un lavoro così tanto delicato e al contempo affascinante.

Dopo la sua scomparsa, ha deciso che fosse il momento di concretizzare la promessa: si è trasferita a Perugia, patria della tessitura artigianale. Lì, in una full immersion di alcuni mesi ha potuto affinare la tecnica e appendere tutto quanto fosse necessario per dare nuova vita alla bottega. Con un nome che è, anche questo, frutto di una promessa tra lei e sua zia Sandra: JeSa è infatti un inizialismo, l’unione delle prime due lettere dei loro nomi, ed è anche il simbolo del prosieguo di un lavoro che Sandra aveva fatto crescere tanto, partecipando a eventi nazionali e internazionali e diventando un riferimento vero nel settore: soprattutto nei giorni di festa,la sua bottega veniva presa d’assalto da turisti e amanti dei suoi prodotti provenienti da tutta la Campania e anche da fuori regione.

“Oggi la situazione non è più così rosea”, afferma Jessica, che dopo la laurea triennale in Lingua e Cultura Italiana per Stranieri sta inseguendo la Laurea Magistrale, sempre all’Orientale di Napoli.

“Certo, abbiamo sempre il nostro mercato, che ha reso meno pesanti gli investimenti effettuati per riaprire il laboratorio. In alcuni periodi dell’anno, però, la situazione cambia e diventa molto meno rosea, anche perché il turismo non è più quello di una volta”.

Insomma, nonostante se ne parli ormai da anni, i flussi sono sono calati drasticamente. “Per questa ragione, anche in vista del Natale ho realizzato nuovi prodotti più fruibili,meno impegnativi, ma che possono comunque essere scelti per un piccolo regalo di qualità. Accanto a quelli ‘classici’ (sciarpe, borse, cravatte, ponchi, pochette, papillon, cinture), ora in bottega si possono acquistare orecchini, segna libro tessuti a telaio, porta chiave. Tutto rigorosamente artigianale”.

Già, perché Jessica realizza dalla A alla Z le sue creazioni: dal disegno alla tessitura, passando per la scelta dei tessuti, dei colori e dei filati (tutti Made in Italy).

Insomma, la risposta al problema endemico delle aree interne del nostro Sud – e cioè il continuo calo della popolazione – Jessica pare averla trovata. Ha due nomi: qualità e tradizione. Il tutto, nel segno della fedeltà alle origini. Quelle non si abbandonano.


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