Si è conclusa la prima fase della manifestazione d’interesse per la candidatura di progetti volti a creare ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno, ossia luoghi di contaminazione e collaborazione tra università, centri di ricerca, settore privato, società civile e istituzioni rivolti allo sviluppo di idee e soluzioni innovative.
Sono state 270 le idee progettuali presentate entro la scadenza prevista del 12 novembre 2021. Di queste, la Commissione di valutazione ne ha giudicato 171 idonee ad accedere alla seconda fase della procedura negoziale.
Ai soggetti che hanno proposto le idee giudicate idonee, è rivolto l’invito a partecipare alla procedura negoziale. Entro le ore 12.00 del 25 febbraio 2022, i proponenti dovranno presentare la domanda di ammissione al finanziamento tramite PEC all’indirizzo manifestazione.ecosistemi@pec.agenziacoesione.gov.it.
Oltre alla domanda, occorre allegare alla richiesta:
Si possono richiedere chiarimenti all’indirizzo e-mail manifestazione.ecosistemi@agenziacoesione.gov.it a partire dal 10 gennaio 2022 e fino al 15 febbraio 2022. Le FAQ saranno pubblicate sull’apposita pagina del sito dell’Agenzia per la Coesione territoriale.
Il progetto presentato in questa seconda fase dovrà essere coerente con l’idea progettuale giudicata idonea nella prima fase, costituendone sviluppo tecnico ed economico. In sede di svolgimento della procedura negoziata, anche su richiesta della Commissione di valutazione, sarà comunque possibile rettificare in diminuzione il costo complessivo del progetto, con specifiche motivazioni.
La Commissione di valutazione attribuirà ai progetti presentati un punteggio sulla base dei seguenti criteri:
Saranno considerati ammissibili i progetti che otterranno almeno 60 punti, di cui un minimo di 20 nell’ambito A e un minimo di 30 nell’ambito B. Si procederà quindi a stilare la graduatoria e, sulla base di questa, ad attribuire il finanziamento richiesto fino a esaurimento delle risorse.
Il bando è finanziato dal Fondo complementare al PNRR con 350 milioni di euro (suddivisi in 70 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026), interamente riservati a contesti urbani marginalizzati delle regioni meridionali.
La particolarità di questo investimento, infatti, risiede proprio nel voler promuovere progetti che tengano insieme il valore innovativo e la riqualificazione e rifunzionalizzazione dei siti nei quali saranno realizzati. Ex aree industriali, edifici storici, fabbricati senza una specifica funzione potranno trasformarsi in luoghi di ricerca e sperimentazione dove impresa, università e amministrazioni lavorano insieme.
In questo modo, sarà possibile ottenere per il territorio benefici sia economici che sociali (attrazione e contrasto alla migrazione di capitale umano altamente qualificato, coinvolgimento dei giovani, formazione dei lavoratori residenti nell’area, promozione delle pari opportunità di genere e generazionali, nonché l’inclusione professionale delle persone con disabilità).
“Con questo avviso vogliamo realizzare due finalità”, spiega il ministro Carfagna. “Da una parte, premiamo le competenze e la creatività dei centri di ricerca meridionali, che possono collaborare con aziende, amministrazioni e altri soggetti per elaborare soluzioni innovative e creare effetti positivi sia in campo economico che sociale. Dall’altra, abbiamo scelto di finanziare progetti che avranno sede in luoghi non sufficientemente valorizzati delle città del Sud, così da aiutarne la rinascita”.
Sono stati ammessi a partecipare al bando organismi di ricerca (università, enti, ecc.) in collaborazione tra loro e/o con enti locali, imprese e altri soggetti pubblici o privati, in numero minimo di tre. La durata massima dei progetti non può superare i 36 mesi e l’ammontare dell’investimento può variare tra i 10 milioni e i 90 milioni di euro, che potranno essere coperti anche totalmente dal finanziamento statale. I costi ammissibili riguardano: fabbricati e terreni che ospiteranno il progetto, comprese le spese di recupero, ristrutturazione, riqualificazione e ampliamento degli immobili (ma non la manutenzione ordinaria); macchinari, strumenti e attrezzature, con i collegati diritti di brevetto, licenze o altre forme di proprietà intellettuale.