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C’è il via libera della #CorteCostituzionale, sulle #trivelle decidono i #cittadini

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La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum sulle trivelle: il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti petroliferi già rilasciate. A proporlo sono nove Consigli regionali. Questo stesso quesito era già stato dichiarato ammissibile dalla Cassazione.

I quesiti referendari proposti erano in tutto sei. In un primo tempo l’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione li aveva accolti tutti. Ma il governo ha introdotto una serie di norme nella legge di Stabilità che hanno messo mano alla materia, ribadendo il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia mare. La Cassazione ha dovuto quindi nuovamente valutare i referendum e a quel punto ne ha ritenuto ammissibile solo uno, il sesto: il quesito riguarda nello specifico la norma che prevede che i permessi e le concessioni già rilasciati abbiano la “durata della vita utile del giacimento”.

Ieri c’è stato l’esame della Corte Costituzionale, che pure ha ritenuto ammissibile solo questo referendum, per l’abrogazione della norma. In un primo tempo le Regioni promotrici erano dieci, ma nei giorni scorsi l’Abruzzo ha scelto una diversa strategia e ha abbandonato la campagna referendaria.

Fonti palazzo Chigi: nessun provvedimento ad hoc – Non c’è alcun provvedimento allo studio per modificare la normativa attuale sulle trivellazioni e provare così a disinnescare il referendum anti-trivelle ammesso dalla Corte costituzionale. E’ quanto affermano fonti di palazzo Chigi, che assicurano: “Che non si faranno più trivellazioni e concessioni è già nella legge di Stabilità”. Dunque, qualunque fosse l’esito del referendum, “non ci saranno nuove trivellazioni”.

Governo difende attuale normativa su concessioni – Tanto che, sottolineano le stesse fonti, “la Corte ha ammesso solo un quesito che peraltro ha un oggetto molto specifico, ovvero la durata delle concessioni in essere”. Insomma, da palazzo Chigi ritengono sbagliato impostare il quesito come “trivelle sì o trivelle no”. Il governo difende tuttavia l’attuale norma della legge di Stabilità che “dice che la concessione dura finchè dura il giacimento. Il che significa garantire la manutenzione degli impianti, l’impatto ambientale degli stessi e anche circa 5.000 posti di lavoro”.

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