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La famiglia del Sud con 16 figli e con un solo stipendio da bidello

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Sono stati paragonati alla Famiglia Bradford, l’allegra famiglia americana protagonista di un famoso serial degli anni ’70, anche se in realtà, per afflato religioso che li anima, ricordano molto di più la famiglia del reverendo Camden, protagonista per undici stagioni di “Settimo cielo”.

Ma a distinguere questa famiglia nettamente dall’una e dall’altra contribuiscono di fondo due fattori decisivi, non è di pura fantasia, e a comporla non sono dieci o sette membri, bensì 18. O meglio, 17+1, dato che l’una si appresta a giungere al mondo. «Una famiglia straordinariamente normale» la famiglia Anania: Marta 18 anni, Priscilla 17, Luca 15, Maria 14, Giacomo 13, Lucia 12, Felicita 11, Elia 8, Beatrice 7, Benedetto 6, Giovanni 5, Salvatore 4, Bruno 3, Domitilla 1 e mezzo, papà Aurelio 46, mamma Rita 42, e, a breve, Paola che per ora sta comoda nella pancia della mamma. Quasi un figlio all’anno. E una incrollabile fede neocatecumenale.

Si sono conosciuti nel quartiere in cui abitavano, Santa Maria. E dopo otto anni di fidanzamento, rispettando il voto di castità prematrimoniale, si sono sposati l’8 dicembre del 1993, giorno dell’Immacolata Concezione. A onor del vero, fra coloro che seguono questo itinerario d’iniziazione cristiana, fondato nella metà degli anni sessanta dal pittore spagnolo Francisco Argüello e dall‘ex suora Carmen Hernández, con l’intento di far riscoprire il battesimo, attraverso un percorso spirituale articolato in tre fasi, le famiglie “allargate” non sono certo una eccezione, tutt’altro.

Convinti che non occorra porre alcun limite al volere di Dio, i neocatecumenali sono pronti ad accogliere tutti i figli che Dio gli vorrà inviare; e pertanto aborrono alcun tipo di metodo contraccettivo. Ma la famiglia Anania difende con forza la sua scelta, rispondendo alla curiosità dei giornalisti, papà Aurelio sottolineava come la loro non fosse «una scelta di estremismo cattolico, come qualcuno potrebbe considerala, ma il compimento dell’opera di Dio. La cui presenza sperimentiamo ogni giorno nonostante le fatiche, che certo non mancano». Il nostro rimarca è «il frutto di un cammino di fede, del nostro itinerario neocatecumenale.. Mia moglie ed io non siamo altro che gli umili amministratori di un disegno divino».

Difficoltà innanzitutto economiche, dato che l’unico reddito che sostenta la truppa familiare è proprio quello di Aurelio, impiegato come bidello all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, 2200 euro, comprensive di assegni familiari al mese.

Ma le difficoltà certo non scoraggiano gli Aniana. Certo, lo spazio casalingo, dati i numeri, appare per la verità un po’ ristretto per le esigenze familiari, una villetta di 110 metri quadri nella zona sud di Catanzaro, ma con un po’ di buona volontà e una solida organizzazione anche pensare in grande è possibile. E così sveglia alle 6,15 e poi tutti a scuola, i grandi con l’autobus, i più piccoli col furgone bianco di papà. I più grandi badano ai piccoli, e la mamma bada a tutti. «Non ho mai imposto nulla ai miei ragazzi. Non ho mai chiesto di sacrificarsi per i più piccoli» racconta Rita, «Tutti si danno da fare con tanta armonia, reciproco rispetto ma soprattutto con la consapevolezza dell’importanza della collaborazione». La domenica mattina tutti a Messa, e poi a casa « per recitare le lodi e discutere sulla Parola che abbiamo ascoltato durante la celebrazione».

Per la spesa “grandi forma”, poi, si cerca di fare un po’ di economia, magari profittando delle offerte speciali. Per il superfluo, certo, non c’è posto, ma, in fondo, è superfluo mica necessario: «I figli sono un dono e ai nostri, che educhiamo alla fede, non manca niente. Sono bambini come tutti gli altri. Certo, non potranno avere il superfluo, ma non è quello che serve per vivere bene». E poi, «c’è sempre l‘aiuto della Provvidenza, sicuro, puntuale e ben tangibile. Si può scoprire, per esempio, in un arretrato imprevisto. In un sostegno che arriva da qualche parte. Sono autentici piccoli miracoli, basta saperli capire. L’uomo può anche offendere, se regala qualcosa a qualcuno. Dio non lo fa mai. E non ti costringe nemmeno a chiedere, perché si muove in anticipo sapendo delle tue necessità».

Foto da Internet

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Published by
Annamaria Mazzacuva