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Quei tre milioni di euro spesi per il nulla. In Molise

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Milioni di euro spesi per il nulla, certo qualcuno mi fa notare che “si in alcuni casi è stato utile” appunto in alcuni casi, ora invece ci occupiamo di uno di quei casi in cui non solo non è stato utile per niente, ma anzi, ha creato, se vogliamo, un danno economico a tutti noi.

Siamo stati a Montelongo che oggi conta 416 abitanti ed ha una superficie di 12,7 chilometri quadrati per una densità abitativa di 38,58 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 591 metri sopra il livello del mare. Il territorio del comune è compreso tra i 213 e i 663 metri sul livello del mare. L’escursione altimetrica complessiva è pari a 450 metri, questo si legge sul sito ufficiale del comune.

Ebbene tra il 2007 e il 2008, il comune, in piena crisi economica e finanziaria globale, che sta determinando già la chiusura di decine di piccole e medie aziende, e che si sta preparando alla grande bolla speculativa che ci ha portato a questo punto, decide di dotarsi di una bella zona PIP, una zona in cui insediare le attività produttive.

Il Molise è nel pieno della ricostruzione post sisma, e la Regione governata da Iorio, s’inventa la panacea dei problemi, l’articolo 15 per il rilancio produttivo del Molise, un articolo in cui far confluire centinaia di milioni di euro a disposizione degli enti pubblici e dei privati che ne abbiano i requisiti.

Montelongo poteva farsi scappare un’occasione del genere? Certo che no, e allora avviano le pratiche e chiedono alla Regione la bellezza di tre milioni di euro per realizzare la zona PIP. Evidentemente alla base ci sono già delle richieste di aziende che vogliono insediarsi in quella zona, sulla strada che collega Larino a Santa Croce, quella che è franata dopo pochissimo tempo dalla sua apertura e che a oggi nessuno si pone il problema di come e in che modo aggiustarla, una strada insomma in cui a un certo punto due camion hanno difficoltà a transitarvi, insomma un bellissima zona per le attività produttive, invece non c’è uno straccio di richiesta in questo senso, se non un solo capannone, che poi è stato costruito.

Allora che senso ha una zona PIP quando non ci sono le richieste e quando soprattutto, nessuno s’è posto il problema di fare un’indagine di mercato in questo senso per capire se, potenzialmente una volta realizzata l’area qualcuno poteva occuparla, invece nulla, addirittura, se un imprenditorie oggi volesse portare la sua azienda in quel posto, sul sito del comune non trova non solo le informazione esatte, ma nemmeno trova la pagine in cui è ben spiegata e individuata la zona PIP.

Se lo stesso imprenditore invece telefona al comune, dall’altra parte si sente rispondere “ummmmm si la zona pip ho capito, ma non è finita ancora”, va bene ma posso avere informazioni? “Veramente di questo bisognerebbe parlare con il sindaco” benissimo, mi passa il sindaco? “Veramente ora non c’è le conviene richiamare”. Scusate ma chi gestisce la zona pip è il sindaco direttamente oppure, immagino, l’ufficio tecnico o un funzionario dedicato proprio a questo? Mistero molisano.

Ma torniamo alla zona pip fantasma, andando sul luogo oggi si vede una sola “grande opera” realizzata, che è una ritonda, in un posto francamente non proprio sicuro, e che doveva servire a canalizzare il traffico dei camion e di altri mezzi, che gli scienziati di Montelongo avevano immaginato una volta realizzata la zona pip, e come ci dice il sindaco, beccato a Larino al termine di una riunione “alcune opere di urbanizzazione” quelle opere che, in sostanza, sono sotto terra e che nessun cittadino, se non armato di pala e piccone potrebbe mai vedere, purtroppo non è stato possibile porre altre domande al sindaco di Montelongo per la fretta che aveva, deve essere impegnativo amministrare 416 abitanti, ma tant’è.

All’epoca sub commissario alla ricostruzione era il casacalendese Nico Romagnuolo che cosi salutava i finanziamenti concessi a Montelongo e agli altri comuni della zona, “sono state gettate le basi concrete per un futuro di possibile e concreto sviluppo nei territori colpiti dal sisma- spiega Romagnuolo – questo è stato possibile grazie al forte segnale di unità e alla condivisione di intenti da parte di tutti i sindaci che hanno pensato allo sviluppo generale dell’area e non a campanilismi”.

Bene, peccato però che per sviluppo, almeno in questo caso, il sindaco ha inteso fare una rotonda costata soldini pubblici dei molisani, ma dico io non era meglio distribuire i tre milioni di euro tra i 416 abitanti, magari rimettevano in moto l’economia locale e l’unico alimentari rimasto in quel centro non rischiava di chiudere i battenti?

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Published by
Michele Mignogna