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In pedalò a caccia di storie anti-crisi. Restando al Sud

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La parola ‘crisi’ per i cinesi è scritta con il segno del pericolo e dell’opportunità, diceva J.F. Kennedy. Linguisticamente non sarà proprio corretto, ma la metafora calza davanti a un giovane professionista campano che per dare una svolta al periodaccio che stiamo vivendo decide di salire a bordo di un pedalò per raccontare la costa pugliese e le storie di chi la vive. Nasce così il progetto Apulia slow coast.

Nelle prime due settimane di settembre, l’architetto Michele Guarino, 35 anni trapiantato in Puglia da quasi un lustro per amore e per lavoro, pedalerà con la giusta lentezza dalle acque adriatiche di Marina di Lesina nel foggiano fino a quelle ioniche di Ginosa nel tarantino per guardare la Puglia da un’altra prospettiva, dal mare.

A sostegno del progetto anche una campagna di crowfounding che ha messo insieme 1000 euro donati dalle zone più disparate dell’Europa e dell’Italia: “Posti in cui abbiamo vissuto – racconta Gianluca Sciannameo, filmaker documentarista e presidente della cooperativa Camera a Sud di Molfetta (BA) – che sia in Inghilterra o in Spagna, a Bologna o Milano, abbiamo amici e colleghi che hanno deciso di sostenerci. Ma la sorpresa è la Polonia, seconda solo all’Italia per visualizzazioni del nostro promo, forse grazie a una colonia di pugliesi, chissà.

A seguirlo – da terra – un manipolo di filmaker, artisti e comunicatori, tutti idealmente pezzi di un altro pedalò che metteranno insieme il live blogging, i video, le foto, le storie nel sito apuliaslowcoast.it e alla fine soprattutto un film documentario: “Da Michele a me – spiega Gianluca, documentarista di Mola di Bari da alcuni anni stabilitosi a Molfetta – l’idea è maturata fino a coinvolgere una serie di professionalità: giovani grafici, copywriter, un’attrice, un personal trainer e tutto quello di cui avevamo bisogno basandoci sulla nostra rete di conoscenze personali e trovando tutto intorno a noi”.

In ogni tappa Michele sarà affiancato da un ospite diverso che pedalando con lui racconterà il suo pezzo di costa: “La Puglia è ricca di storie interessanti – continua Gianluca – cercheremo chi ha saputo prendere le caratteristiche di questa regione ed esaltarle trasformandole in eccellenze”. Un esempio è il caso del progetto Life+ sulla costa di Mola, 20 km a sud del capoluogo: “Trasformare il problema della poseidonia spiaggiata in risorsa per l’agricoltura – dice il filmaker – è proprio l’approccio che cercheremo tra gli spaccati di vita che incontreremo, mettendo in conto che non sempre c’è il lieto fine: incapperemo negli scempi ambientali che costellano la nostra costa e li racconteremo”.

C’è chi è stato in Spagna, come il pedalatore Michele che si è laureato in architettura a Napoli per poi seguire la sua compagna in Puglia. C’è chi ha girato l’Europa e il nord Italia per studio e per lavoro. La ciurma di Apulia slow coast ha scelto di restare al sud, dopo aver riempito lo zaino di conoscenze nuove e scoperte: “Partire – dice Sciannameo – è positivo, si allargano gli orizzonti, si creano connessioni: è un modo per vedere come certe cose altrove si fanno meglio e perché funzionano”.

Tornare per rimanere però si può. Lo dimostra l’esperienza di Camera a Sud presieduta da Gianluca Sciannameo che da alcuni anni mette insieme competenze diverse: “Ci adattiamo al territorio che viviamo – racconta il documentarista – proviamo a capire di cosa ha bisogno, evitando di applicare modelli rigidi. Se vogliamo anche migliorare il posto in cui viviamo dobbiamo essere trasversali, contaminare gli strumenti e i linguaggi portandoli nel racconto, la formazione, la produzione audio-video… ci vuole capacità di adattamento e voglia di sporcarsi le mani”.

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Published by
Giovanni Ruggiero