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Incontro con Debora Serracchiani, più di 200 donne all’evento di Fiori Di Acciaio

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Una riunione all’insegna dell’impegno politico e dell’azione civile: è stato questo l’evento organizzato da Fiori di Acciaio, associazione ‘no-profit’ impegnata nell’ambito della cittadinanza attiva ‘al femminile’ con l’onorevole Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e numero ‘due’ del PD.

All’incontro, davanti ad oltre duecento donne e tanti uomini, erano presenti anche l’onorevole Davide Faraone, sottosegretario di Stato al Miur, l’avvocato Giovanna Livreri, vicepresidente della Camera di Commercio estera Italia/Cuba e Mila Spicola, anche lei dirigente del Pd, in forza alla Presidenza del Consiglio. A coordinare tutto, la giornalista Giulia Noera.

Ha aperto il dibattito il Presidente dell’associazione, Marcella Cannariato, che ha fatto un accorato appello alle ‘donne’ per la loro partecipazione alla vita politica pubblica: l’occasione di questo referendum sarà ancora una volta un banco di prova anche sul piano della rivendicazione delle ‘quote rosa’ della nuova ‘costituzione’.

“Non possiamo lasciare sempre agli uomini le redini del nostro futuro-ha detto la Presidente- Noi donne abbiamo il dovere di combattere per quello che ci spetta, anche e sopratutto in una terra come la Sicilia che troppo spesso ha visto partire i nostri figli per mancanza di soluzioni lavorative adeguate e per un futuro migliore”.

Anche l’onorevole Faraone si è espresso a favore delle donne: “Le donne sono una ricchezza per tutti noi e, con la riforma costituzionale, saranno sempre più protagoniste della vita politica italiana’. Il riferimento è chiaro al nuovo articolo 55 che recita ‘le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovono l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza’.

Debora Serracchiani, entrando nel merito della riforma ha detto che, a suo avviso, il Senato non va abolito del tutto: “Abbiamo bisogno di un Senato delle autonomie, dove si può ragionare di temi locali: prima di fare la presidente della regione avrei detto si chiudiamo il Senato, ora dico che serve. Quello dei nuovi senatori non sarà un doppio lavoro – ha aggiunto la Serracchiani – ci saranno tutte le possibilità di fare da collante tra il proprio territorio e il senato delle autonomie. E il fatto che i nuovi senatori non percepiscano un’indennità che si cumula lo trovo eticamente corretto – ha concluso – In questo paese per ogni incarico un fiorino. Non sarà più così”.

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Redazione