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Qui in Sicilia se qualcosa può andar bene, andrà male

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In questi giorni il destino dell’Ismett (istituto specializzato per i trapianti) è sembrato in bilico.

Il rinnovo della convenzione con l’Università americana è stato messo in dubbio da questioni di convenienza.

I costi di un centro d’eccellenza del genere ad alcuni sembrano eccessivi per la sanità Siciliana, che vive in piena carestia.

Le valutazioni politiche e finanziarie sono complesse e possono tenere conto solo fino a un certo punto di fattori umani astratti come Speranza o Sopravvivenza Individuale.

In ogni caso, però, vale la pena di considerare quanto labile sia, in quest’Isola, il concetto d’eccellenza.

Il tempo, almeno dal dopoguerra a oggi, si è incaricato di smantellare ogni esperienza positiva.

Dal sogno dei petrolchimici alla Fiat di Termini, dalla Dagnino all’Averna, all’Etna Valley: ogni volta che una realtà imprenditoriale, artistica o, nel caso dell’Ismett, sanitaria, riesce a emergere, subito si attivano gli anticorpi e l’eccellenza viene scongiurata.

Sorge il sospetto che le cose funzionanti, in Sicilia, una dopo l’altra subiscano un tentativo di sabotaggio secondo un disegno magari inconscio, ma inesorabile.

Come se tutto quel che emerge dal quadro generale di mediocrità, bruttezza e inefficienza fosse destinato a essere piallato perché rovina la media del sottosviluppo.

La media del sottosviluppo: se qualcosa riesce a funzionare in mezzo al disastro, rischia di smentire l’alibi degli incapaci e degli incompetenti.

Si sa: il clima, l’indole, il destino non consentono di schiodarsi dall’arretratezza.

La miseria è una vocazione, su questo non bisogna discutere.

Il contesto non tollera eccezioni che rischiano di somigliare a un pericoloso precedente.

Per questo la schiarita sul fronte dell’Ismett va salutata come una notizia positiva.

Almeno per il momento, la struttura non verrà equiparata al contesto depressivo della sanità siciliana.

Un’eccezione alla variante siciliana della celebre Legge di Murphy: se qualcosa può andar male, andrà male.

Qui in Sicilia, salvo eccezioni: se qualcosa può andar bene, andrà male pure quella.

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Published by
Roberto Alajmo