Categories: IdeeIn Evidenza

Verso le elezioni/ Riflessioni di un disorientato #3

Leggi l'articolo completo

La bussola, cavolo, la bussola! Il nervosismo del nostro disorientato aumenta, comprensibilmente. Nell’albergo a 5 Stelle non l’ha trovata, nella fu Casa del Fascio neanche. Ora è deciso ad andare nella stanza in fondo a sinistra, chissà che non la trovi là.

Fronda su fronda arriveremo a Roma. La formazione schierata contro il padroncino democratico ha minacciato tante volte di lasciare gli spogliatoi, finché non l’ha fatto. Come inizio questo distacco poteva promettere qualcosa agli occhi dei senzabussola. Ma lo scisma è arrivato a legislatura conclusa, quando ormai i danni erano fatti: come uno che deve passare dall’altro lato dell’orto e per arrivarci schiaccia tutto: tante grazie! Certo, smarcamenti vari rispetto a tematiche varie (riforma del lavoro su tutte), ma il sapore di opportunismo, ancorché politico, è acre come l’odore di fumo quando provi per la prima volta a fare un barbecue. Un carpe diem che sottrae vettovaglie a quella che una volta era (forse) considerata casa, senza però distruggerla nelle fondamenta e senza che il bottino possa servire a sopire l’appetito di certe fameliche bocche.

Finora pare che no, la bussola non sia neanche qua. Anche perché poi…vuoi mettere. Il capo politico è l’attuale seconda carica dello Stato. Uno dei maggiori esponenti è l’attuale terza carica dello Stato. Che insieme non fanno mezzo capo politico vero, di quelli di razza (ops, abbiamo detto razza).

Uno quando parla ti viene da cambiare canale per non addormentarti perché sono le 8 e stai solo cenando. L’altra, oltre a sbattere le ciglia, ha avuto l’unico, stucchevole ruolo di ridare alle stampe lo Zingarelli. Lo ha rititolato la Zingarella, così non ha fatto discriminazione né di genere né di etnia, compito in cui è convinta di eccellere. E d’altronde nessuno dei suoi le ha mai detto di smetterla, ché tanto l’avvocato femmina continuerà a chiamarsi avvocato e Mulino Bianco continuerà a girare pubblicità in cui la tradizione non è sottomissione. Che poi chi dovrebbe dirglielo, di smetterla? Quello coi baffetti che da presidente del Consiglio ha fatto la guerra in Kosovo e che nel 2018 parla ancora di compagni che sbagliano?
Dubitiamo fortemente. “Dov’è la mia bussola?”.

Leggi l'articolo completo
Share
Published by
Domenico Bonaventura